Codici ECO
Scacchi
I codici ECO
Il gioco degli scacchi è da almeno un millennio terra di studio per uno stuolo di appassionati cultori.
Una delle sue grandi caratteristiche è l'enorme quantità e varietà di posizioni in cui i pezzi possono trovarsi pur restando confinati in un tavoliere di sessantaquattro caselle.
Tecnicamente si definiscono varianti le varie combinazioni che scaturiscono da una successione di mosse, partendo da una data posizione.
Così come accade nella musica, dove le sette note sul pentagramma possono comporre innumerevoli melodie, altrettanto succede negli scacchi.
Pur tuttavia si è cercato di codificare - e questo sin da tempi lontani - perlomeno le prime mosse dell'apertura.
Alle aperture sono state date i nomi più fantasiosi, sovente legati al giocatore che le ha teorizzate (ad esempio la Nimzoindiana in omaggio al grande teorico e giocatore lettone Aaron Nimzowitsch o la Ruy Lopez in omaggio al prelato spagnolo che la giocò sistematicamente nel cinquecento), ma anche legati al paese (ad esempio la Russa, detta anche difesa Petroff o la Siciliana, quest'ultima diffusa dal siciliano Gioacchino Greco), ma anche a particolari suggestioni (ad esempio la difesa Benoni, il cui nome deriva dall'ebraico "figlio delle mie pene", e che costò più di una delusione a chi la teorizzò, da qui la denominazione).
Qualche decennio fa, dalla ex Yugoslavia, partì una pubblicazione scacchistica (Sahovski informator, noto come L'Informatore) che ben presto divenne un punto fermo nell'editoria del settore. I suoi redattori introdussero - per classificare le numerose partite che pubblicavano - un sistema molto semplice basato sulle lettere dell'alfabeto ( A, B, C, D, E) per ciascuna delle quali vi sono dieci classificazioni (ad esempio A0, A1,..) all'interno delle quali vi sono ulteriori dieci sottoclassi.
Questa classificazione prende il nome di Codice ECO (Encyclopedia Chess Openings, ovvero Enciclopedia delle aperture negli scacchi)
Questo mio lavoro, raccolto pazientemente, costruisce un vocabolario sinottico, per cui ad ogni apertura codificata secondo il codice ECO corrisponde l'antica denominazione verbale.
Una delle sue grandi caratteristiche è l'enorme quantità e varietà di posizioni in cui i pezzi possono trovarsi pur restando confinati in un tavoliere di sessantaquattro caselle.
Tecnicamente si definiscono varianti le varie combinazioni che scaturiscono da una successione di mosse, partendo da una data posizione.
Così come accade nella musica, dove le sette note sul pentagramma possono comporre innumerevoli melodie, altrettanto succede negli scacchi.
Pur tuttavia si è cercato di codificare - e questo sin da tempi lontani - perlomeno le prime mosse dell'apertura.
Alle aperture sono state date i nomi più fantasiosi, sovente legati al giocatore che le ha teorizzate (ad esempio la Nimzoindiana in omaggio al grande teorico e giocatore lettone Aaron Nimzowitsch o la Ruy Lopez in omaggio al prelato spagnolo che la giocò sistematicamente nel cinquecento), ma anche legati al paese (ad esempio la Russa, detta anche difesa Petroff o la Siciliana, quest'ultima diffusa dal siciliano Gioacchino Greco), ma anche a particolari suggestioni (ad esempio la difesa Benoni, il cui nome deriva dall'ebraico "figlio delle mie pene", e che costò più di una delusione a chi la teorizzò, da qui la denominazione).
Qualche decennio fa, dalla ex Yugoslavia, partì una pubblicazione scacchistica (Sahovski informator, noto come L'Informatore) che ben presto divenne un punto fermo nell'editoria del settore. I suoi redattori introdussero - per classificare le numerose partite che pubblicavano - un sistema molto semplice basato sulle lettere dell'alfabeto ( A, B, C, D, E) per ciascuna delle quali vi sono dieci classificazioni (ad esempio A0, A1,..) all'interno delle quali vi sono ulteriori dieci sottoclassi.
Questa classificazione prende il nome di Codice ECO (Encyclopedia Chess Openings, ovvero Enciclopedia delle aperture negli scacchi)
Questo mio lavoro, raccolto pazientemente, costruisce un vocabolario sinottico, per cui ad ogni apertura codificata secondo il codice ECO corrisponde l'antica denominazione verbale.