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Nacqui che ero molto piccolo...
Incipit scherzoso a parte, venni alla luce nell'assolata Sicilia, precisamente a Messina, il 23 marzo del 1953, ed in quella città ho vissuto i miei primi anni - finché adolescente - non mi trasferii con la famiglia a Gallarate, dove tuttora vivo.
Segno zodiacale: Ariete.
(Qualcuno dice - riguardo alla mia caparbietà - che non poteva che essere così)
Sia mio padre che mia madre provengono entrambi da famiglie numerose i cui figli sono migrati nel mondo: giungendo chi in Australia e chi in America. Colà le nuove generazioni non parlano più l'italiano, ma le loro radici sono le mie stesse radici.
Amo il mio paese, l'Italia, ed ogni volta che mi reco all'estero penso continuamente che siamo stati fortunati a nascervi. Ma penso anche che il mondo, tutto questo piccolo mondo, sia il nostro paese ed un unico grande paese: dov'è, se vi è, il confine?
Non ci sfugga che noi, italiani, siamo il popolo che forse - più di tutti - ha dato al mondo i propri figli accogliendone molti a sua volta. Terra di imbarchi e di sbarchi, di approdi e partenze, immigrazione ed emigrazione, a cicli alterni. Sul nostro suolo sono passati greci, fenici, cartaginesi, anatolici, popolazioni barbariche, svevi, germanici, arabi, turchi, francesi e ispanici e chissà quanti altri popoli ancora hanno lasciato i loro geni nel nostro DNA. Per converso, anche noi siamo andati dappertutto: dai tempi delle legioni romane fino agli emigranti dei secoli scorsi in cerca di lavoro: in Sud America ed in Nord America, nel nord Europa, in Oceania e così via.
Spesso non si riflette abbastanza sul fatto che, da millenni, il nostro paese - per la sua posizione geografica - sia una ricca macedonia di stirpi.
Così è (se vi pare), come scrisse Pirandello.
Coltivo molte passioni: la fotografia, a cui fui avviato, sin dalla più giovane età, da un cugino americano che mi donò una delle sue fotocamere;
il gioco degli scacchi, che continuo a ritenere il più bel gioco che sia mai stato inventato da mille anni a questa parte (sono anche riuscito a vincere qualche campionato cittadino ed uno provinciale);
la musica (ho iniziato a suonare la chitarra da ragazzo) e il canto corale, per il quale ho anche frequentato un corso triennale per direzione di coro;
la letteratura, ho scritto racconti e ho collaborato come pubblicista ed editorialista per alcuni giornali; l'informatica (ho creato alcuni siti internet)
e mi sono occupato professionalmente di processi telematici per diversi anni.
Dopo il diploma di ragioneria (conseguito con gli studi serali) ho studiato legge mentre nel frattempo lavoravo in un grande istituto di credito dove mi sono formato professionalmente; ma ciò che mi appassiona in modo particolare è sempre stato viaggiare, conoscere paesi e genti diverse, leggere moltissimo - sin da bambino divoravo libri come il pane - e sforzarmi di capire.
Tra gli scrittori prediligo Steinbeck e Kapuscinscki e tra i poeti amo molto Giacomo Leopardi e Salvatore Quasimodo di cui mi torna spesso in mente: " Tindari, mite ti so, fra larghi colli pensile sull’acque. Delle isole dolci del dio, oggi m’assali e ti chini in cuore ".
Tra i giornalisti certamente Indro Montanelli, che imparai ad apprezzare sulle colonne del Corsera, nei lontani anni '70. I suoi editoriali erano magistrali per immediatezza, armonia e rigore logico.
La fotografia, dicevo, continua ad essere una delle mie grandi passioni ed ho al mio attivo qualche pubblicazione. Presso il mio fotoclub di riferimento mi piace occuparmi della didattica a favore dei neofiti. Della fotografia amo soprattutto la sua sincerità. La foto non mente: può essere farlocco lo spirito con cui si è scattata, può essere mistificatore l'intento con cui si utilizza, può essere bugiardo il ritocco a cui viene assoggettata a posteriori. Ma l'immagine originale resta autenticamente sincera poiché congela un istante di vita, un momento irripetibile, uno sguardo, una azione che è un fotogramma reale tratto dal film dell'esistenza. Essa consegna al futuro un frammento di memoria.
Condivido appieno la massima: " Non è la gente
a fare i viaggi, ma sono i viaggi a fare la gente."
La nostra vita, in fondo, è come un viaggio le cui tappe sono ignote; e le stazioni che frequentiamo segnano, in positivo ed in negativo, il nostro cammino. Le persone, che il destino mette al nostro fianco, indirizzano i nostri passi come una bussola invisibile.
Sono, da diversi lustri, felicemente sposato con Antonietta e penso che sia la persona migliore che abbia potuto avere per condividere la vita coniugale. Questa, a mio parere, è una continua prova di forza e resistenza tra due spiriti: se le forze sono in equilibrio e - ancor di più - lo è lo spirito che le regge, non esiste attrito o pressione che possa minarle. Non so se c'entri la fortuna - a volte pare proprio di sì - ma nella vita nulla viene e si trattiene se non si lotta convintamente per ciò in cui si crede.
In questa pagina ho postato alcune foto più care: io a nove mesi, con mia madre a tre anni e una foto di mio padre quand'era militare. Ciò che io sono lo devo principalmente a quanto mi hanno trasmesso.
Solo da adulti ci si rende conto che in età giovanile non si apprezzano i genitori con la stessa intensità e consapevolezza che matura quando - purtroppo - il tempo è trascorso e molte cose, che potevano essere dette non si è trovato il modo per dirle. Volevo semplicemente esprimere l'immensa gratitudine per quanto hanno fatto.
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