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Spazio Fotografico
Una finestra sulle mie immagini
L'hobby per la fotografia è sempre stato una mia antica passione.
L'ho coltivato intensamente sin dalla più giovane età.
Posso dire d'essere venuto grande a pane e rullini.
La prima macchina è stata un biottica 6x6 Yashica Mat (clone della Rolleiflex). Imparare a fotografare col medio formato ritengo sia stata una buona palestra.
Con gli anni ho sperimentato diversi sistemi: Canon (la mia prima reflex 35mm fu proprio una Canon Ftb che cedetti ad un mio amico che la conserva ancora), Olympus, Pentax, Contax, Rollei, Hasselblad e Nikon.
Ho finito poi, già parecchio tempo fa, con l' orientarmi ad usare quasi esclusivamente reflex ed ottiche Nikon e mantenerle per un semplice motivo: è il sistema con cui, senza svenarmi, ho potuto passare dall'analogico al digitale mantenendo la compatibilità ed ottenendo sempre ottimi risultati ed una grande affidabilità in diverse condizioni di impiego. Trovo le Nikon macchine robustissime, con un notevole parco ottiche di alta qualità e col più vasto mercato dell'usato in cui poter trovare ottime occasioni per ogni borsellino.
(Un professionista di fotografia ci vive, un amatore con la fotografia si svena).
In realtà il marchio fotografico è quasi sempre questione di pelle o simpatia. Tutte le case che ho menzionato ( non ho mai lavorato con macchine e obiettivi Leica anche se è mi nota la loro eccellenza) fanno ottimi prodotti in grado di assicurare prestazioni elevate.
Possiedo ed uso con soddisfazione una Canon G11 (trovo che la serie G sia di altissima qualità unita ad una compattezza esemplare) come un blocco note tascabile sempre pronto per gli appunti.
Conservo gelosamente le mie Rollei analogiche tra cui la biottica 6x6 con un Planar 3.5F che è una perla di obiettivo ed una vecchia Hasselblad che ne ha viste di tutti i colori.
Oramai, come la stragrande maggioranza delle persone, mi sono definitivamente convertito al digitale, anche se custodisco il vecchio corredo analogico (Nikon incluso ovviamente) che ogni tanto mi diverto a far scattare a vuoto, per non farlo arrugginire del tutto.
Confesso che mi prende una certa nostalgia nel sentire in mano questi blocchi di metallo che intristiscono polverose, armarne l'otturatore per trarne il solido "clic". So che potrebbero ancora esprimersi compiutamente; ma il problema è che difficilmente potrà essere accordato loro il permesso di farlo nuovamente. Il digitale le ha relegate oramai in soffitta.
Ma non credo abbia più molto senso parlare sulla differenza tra digitale ed analogico.
E' un pò come parlare di quando le auto non erano dotate di aria condizionata e servosterzo ed il traffico non era quello di oggi.
I tempi sono cambiati e noi - almeno un po' - con loro.
GLI ALBUM FOTOGRAFICI
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