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Angolo Scacchi
Gli dei minori...(si fa per dire)
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Ci sono stati tempi in cui concetti come record, campione iridato e cose simili non avevano lo stesso significato che oggi rivestono e soprattutto non possedevano la stessa identica risonanza e diffusione.
La vita scorreva con altri ritmi e, su ogni piccolo borgo che - per molti - era l'intero universo, svettava un campanile. I confronti spesso si svolgevano tra vicini o conoscenti, e comunque con regole sovente non standardizzate.
Questo solo per dire che ci sono state - in ogni tempo - figure grandissime che però non hanno potuto fregiarsi di quei titoli o riconoscimenti che noi oggi riteniamo del tutto normale utilizzare.
Campioni che sono arrivati troppo in anticipo sui tempi e per questo non sono stati omologati.
Uomini che sono giunti sulla vetta quando nessuno aveva ancora pensato a registrarne la presenza.
A ciò si aggiunga che la storia degli scacchi, come d'altronde quella di tutti gli altri sport o discipline, è costellata dagli eterni secondi.
Campioni che hanno solo sfiorato la vetta e che - per imponderabili ragioni del Fato - non sono riusciti a salirvi.
Spesso è mancato loro un pizzico di buona sorte, altre volte è dipeso dall'obiettiva superiorità dimostrata dall'avversario in quel preciso momento, altre ancora ha inciso un regolamento fatto apposta per favorire il detentore del titolo in caso di raggiunta parità.
Comunque sia, ci sono state figure di immenso valore che hanno scritto la storia degli scacchi pur non essendo iscritti nell'albo dei campioni del mondo ufficiali. Pensatori, musicisti, artisti, giocatori e studiosi di altissima levatura che hanno lasciato partite memorabili ai posteri.
Ci sarebbe da riflettere su queste figure, non fosse altro perché con la loro grandezza hanno reso ancora più grandi i meriti di chi li ha sopravanzati nell'albo d'oro del mondiale di scacchi. Come comparse di lusso in un kolossal cinematografico e le cui interpretazioni rendono il film degno dell'Oscar. Figure leggendarie come Keres o Rubinstein, gladiatori come Korcnoi o Bronstejn, artisti ineguagliati come Morphy o Anderssen, pensatori innovativi e teorici come Tarrash e Nimzowitsch. Ma anche figure a metà tra la realtà e la poesia, come Canal che visse dalle nostre parti e qui riposa.
Un caleidoscopio di uomini, assolutamente geniali scacchisticamente parlando, ma alcuni bravissimi ed affermati anche al di fuori delle sessantaquattro case del tavoliere.
Su costoro ho steso qualche nota biografica come fatto per i campioni del mondo ufficialmente riconosciuti a partire dal 1886.
Ed anche per costoro, cosiddetti " Dei Minori", è prelevabile una buona selezione di partite disputate, attraverso l'apposito link presente sulla singola scheda di pertinenza.
Spero solo che questa mia fatica faccia conoscere queste interessantissime figure ed avvicini più gente possibile al meraviglioso mondo degli scacchi.
Francois Andrée Duncan Philidor
( Dreux 7/9/1726 - Londra 31/8/1795 )
Howard Staunton
( Westmoreland aprile 1810 - Londra 22/6/1874 )
Adolf Anderssen
( Breslavia 6/7/1818 -13/3/1879 )
Paul Morphy
( New Orleans 22/6/1837 - 11/7/1884 )
Hermann Johannes Zukertort
( Lublino, Polonia, 7/9/1842 - Londra 20/6/1888 )
Mikhail Ivanovic Cigorin
( Gatcina, 12/11/1850 -Lublino, 25/1/1908 )
Siegbert Tarrasch
( Breslavia 5/3/1862 - Monaco 17/2/1934 )
Sulle spalle dei giganti
Isaac Newton - riprendendo una frase molto più antica - disse:
" Se ho visto più lontano è perché sono salito sulle spalle dei giganti che mi hanno preceduto ".
E' un pensiero molto profondo, che nobilita la stretta correlazione tra il presente ed il passato con un gesto di umile riconoscimento al valore ed al lavoro di chi ha percorso il nostro sentiero prima che noi lo affrontassimo.
Ogni nostra scoperta, ogni nostro miglioramento - in qualsiasi disciplina - si regge su questa catena.
C'è la tendenza a dimenticarlo, troppo sovente.
Anche negli scacchi, le figure - solo apparentemente secondarie - che hanno preceduto i campioni di oggi hanno costruito e spianato loro la strada. Hanno allargato le curve, livellato le asperità, colmato i dislivelli.
Rendere loro il giusto merito significa spendere qualche minuto della nostra vita per conoscerli meglio. Si imparerebbero molte più cose di quanto ne potessimo supporre in un primo tempo.
Qualche volta torno a sfogliare le vecchie foto di un album e guardo con tenerezza i volti di coloro che hanno vissuto prima di me: penso che nella grande armonia del tempo, in questo grande spartito che qualcuno più grande di noi suona eternamente, siamo solo delle note poste tra le battute. Possiamo capitare nell'introduzione, nell'intermezzo, nell'andante o nel finale. Non ha importanza.
Quel che conta è che ogni nota, ogni fraseggio, ogni movimento si lega al precedente e prepara il successivo.
Che cosa c'entri questo con gli scacchi è chiaro; c'entra così come c'entra con la vita d'ogni giorno.
Se ci è chiaro da dove veniamo sarà probabilmente più chiaro intuire dove stiamo andando.
Questo contributo possono darcelo non solo i grandissimi: quelli che sono stati baciati dalla sorte o dal talento esagerato; possono dircelo anche coloro che sono rimasti più staccati, perché magari hanno forato le ruote all'ultima curva, perché sono inciampati in un sasso o semplicemente perché le forze li hanno abbandonati - come Dorando Petri - ad un soffio dal traguardo.
Frank James Marshall
( New York 10/8/1877 - 9/11/1944 )
Akiba Kivelovic Rubinstein
( Stawiak 12/12/1882 - Anversa 14/3/1961 )
Aaron Nimzowitsch
( Riga 7.11.1886 - Copenhagen 16.3.1935 )
Savielly Grigorievic Tartakower
( Rostov sul Don 22/2/1887 - Parigi 5/2/1956 )
Richard Reti
( Pezinok 28/5/1889 - Praga 6/6/1929 )
Note suppletive
Sono state raccolte sedici biografie.
A mio giudizio quelle strettamente necessarie per un lavoro che non è e non intende essere enciclopedico.
Bensì uno trampolino di lancio per approfondire il meraviglioso mondo degli scacchi e delle figure che l'hanno reso leggendario.
Mancano scacchisti come Rudolf Spielmann (1883-1942) avvocato austriaco di famiglia ebrea che fu uno dei più valenti attaccanti di tutti i tempi e morì povero in fuga dalla guerra, il polacco David Janowsky (1868-1927) tattico micidiale che usava gli Alfieri come cannoni implacabili, l'austriaco Carl Schlechter (1874-1918) che uscì imbattuto dalla sfida mondiale contro Lasker, l'inglese J.Henry Blackburne (1841-1924) soprannominato "Black death", Salo Flohr (1908-1983) di Praga ed uno dei più forti scacchisti al mondo negli anni '30, il polacco Miguel Najdorf (1910-1997), che si salvò dall'olocausto solo perché sorpreso dalla guerra a Buenos Aires dove eran in corso l'Olimpiade e si naturalizzò argentino, e tanti, tanti altri ancora.
Alcuni di essi sono ovviamente citati nelle schede dei sedici campioni che ho selezionato. Ma meriterebbero analogo spazio.
Chissà che un giorno non trovi il tempo per costruirlo.
Esteban Canal
( Chiclayo, Perù, 19/4/1896 - Cocquio Trevisago, Italia, 14/2/1981 )
Paul Keres
( Narva 7/1/1916 - Helsinki 5/6/1975 )
David Ionovic Bronstejn
( Belaja Tserkov, Ucraina, 19/2/1924 - Minsk, 5/12/2006 )
Viktor Lvovic Kortschnoj
( Leningrado 23/3/1931 )
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