© salvatore benvenga - www.bensaver.it
Polacco, dodicesimo nato da famiglia modestissima nel ghetto, presto orfano di padre, trascorse un'infanzia di
povertà scandita dai ritmi di una stretta osservanza religiosa. Iniziò gli studi della Tora (avrebbe dovuto fare il rabbino) e
parlava solo in yiddish o ebraico, ma abbandonò gli studi religiosi per gli scacchi che apprese ad un’età relativamente
avanzata, sedici anni.
Similmente a Steiniz, con cui per molti versi condivise un analogo percorso di vita, gli scacchi gli permisero di
evadere dal ghetto. Vi si dedicava in modo totale con un fervore che aveva dell'incredibile, tanto che Reti disse che era
"un sacerdote della sua arte." Il suo modo di giocare i finali è rimasto ineguagliato.
E gli scacchi per Rubinstein erano un arte. Prima dell'avvento di Capablanca fu il più forte antagonista di Lasker.
Finalista di straordinaria efficacia, uno dei migliori di tutti i tempi, riusciva a ricavare posizioni vinte in un modo che
aveva del miracoloso. Ma così come intuiva combinazioni incredibili con una naturalezza sconcertante, parimenti era
vittima di strane amnesie, prodromo di quegli squilibri nervosi che con gli anni si accentuarono terribilmente spingendolo
verso l'ospedale psichiatrico.
Anche in questo fu simile a Steinitz. E di Steiniz fu il seguace più diligente e profondo, poiché solo Akiba, come
nessun altro, ne aveva compreso gli insegnamenti e li aveva portati avanti con una straordinaria freschezza d'idee. A tal
proposito, ancora Reti scrisse che Rubinstein "creò le più perfette partite giocate all'epoca di Steinitz".
Sfidò Capablanca ma non riuscì a raccogliere l'ingente borsa che il cubano pretendeva dallo sfidante. Capablanca
in cuor suo stimava e temeva quel polacco mite e silenzioso, formidabile nei finali ed in grado di battere chiunque.
Non mangiava in pubblico e non stringeva le mani ad alcuno per non contaminarsi. Raggiunse il successo e vinse
numerosi tornei, ma non diventò mai campione del mondo come sperava. Finì i suoi giorni dimenticato da tutti, in un
ospedale, ma lasciò ai posteri una raccolta di partite che ancora oggi riempiono di ammirazione.
Nel 1912 vinse ben 5 grandi tornei consecutivi tra cui San Sebastian, Breslavia e Vilnius, record ineguagliato.
La prima guerra mondiale cominciò però a macerare il meraviglioso filo di seta della sua abilità.
Dopo il 1932 sparì dalla circolazione e si ritirò a Bruxelles dove visse fino alla sua morte, avvenuta però ad
Anversa perché la casa di Bruxelles doveva essere risistemata. Le uniche notizie che si seppero di lui vennero da un
appello diramato dalla Wiener Schachzeitung - ripreso dal British Chess Magazine - con cui si informava il mondo
scacchistico che, colui che era stato uno dei massimi geni scacchistici del tempo, viveva nella più nera indigenza e si
raccoglievano offerte per il suo sostentamento.
Akiba si era rinchiuso nel mutismo più assoluto e si trascurò del tutto, evitando perfino di lavarsi e finanche di
tagliarsi i capelli.
L’aneddoto che segue è stato riferito dal grande Najdorf, quando, tornato in Europa dall’Argentina dove -sorpreso
lo scoppio della seconda guerra mondiale - si trattenne salvandosi, andò a visitare nel 1950 Rubinstein. Quando i nazisti
invasero il Belgio, andarono nel sanatorio dove era ricoverato, e chiesero al medico se vi fossero ebrei. Il medico -
ammiratore di Akiba - riferì che tra i pazienti v’era il grande campione di scacchi Rubinstein, ma che era affetto da grave
infermità psichica. La Gestapo volle interrogarlo comunque e gli chiese se fosse disposto a lavorare per loro. Egli
rispose semplicemente di sì ed - incredibilmente - fu lasciato in pace.
Sfuggì così, in modo incosciente e miracoloso, con tutta la famiglia, alle persecuzioni razziali e sopravvisse fino al
1961, anno in cui la morte lo consegnò definitivamente alla leggenda.
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(*) La data di nascita appare alquanto controversa. Secondo Reti nacque il 12 ottobre, secondo Razuvaev il 30
settembre, i più indicano il 12 dicembre. A quest’ultima data ci atteniamo.
Akiba Kiwelowicz Rubinstein
Stawiak (Lodz) 12/12/1882 (*) - Anversa 15/3/1961
Bibliografia:
Chicco-Porreca - Dizionario Enciclopedico degli scacchi
Harold Schonmberg - I grandi maestri degli scacchi
Al Horowitz - I campioni del mondo di scacchi
John Donaldson and Nikolai Minev, Akiba Rubinstein, 2 vol
Richard Reti - I maestri della scacchiera
Razuvaev-Murakhveri - Rubinstein
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