© salvatore benvenga - www.bensaver.it
Soprannominato l'eterno secondo, Paul Keres, estone, fu uno dei più raffinati talenti scacchistici che abbia
attraversato la metà del novecento. Diventato forzatamente cittadino sovietico nel 1940 in seguito all'annessione dei paesi
baltici, era già Grande Maestro nel 1937 (Semmering).
Non gli riuscì mai di giungere ad una finale per il titolo mondiale, escludendo il torneo Avro del 1948 (in cui emerse
Botvinnik) indetto dalla Fide in seguito alla morte di Alechin per designare il nuovo detentore. In quella circostanza Keres
si intestardì a giocare su Botvinnik e si deconcentrò, per sua stessa ammissione, finendo col perdere punti preziosi. Negli
anni successivi, per ben cinque volte di seguito, arrivò alla finale del torneo dei candidati, estromesso da Bronstejn nel '53
a Zurigo, da Smyslov nel '56 ad Amsterdam, da Tal nel '59 a Bled, quindi nel '62 da Petrosjan a Curacao infine da Spassky
nel '65. Come si vede gli ultimi quattro diventarono tutti campioni del mondo. Keres, secondo lo storico Brandreth, fu il
giocatore che vinse più tornei internazionali al mondo ed ha partecipato complessivamente ben otto volte al torneo dei
candidati (un vero record).
Intorno alla fine degli anni ‘30 Keres aveva raggiunto una maturità di gioco esemplare ed era ritenuto
unanimemente l’ideale contendente di Alekhine alla corona mondiale. La sua perentoria vittoria al torneo di AVRO 1938
davanti allo stesso Alekhine, Capablanca, Euwe e Botvinnik (guarda caso tutti e quattro sono stati campioni del mondo) lo
indicò al pubblico come il vero sfidante al titolo mondiale. Purtroppo le lungaggini burocratiche e lo scoppio della seconda
guerra mondiale l’anno successivo con l’annessione dei paesi baltici all’Unione Sovietica infransero il sogno di Keres. Il
destino aveva disposto diversamente: nel periodo del suo massimo splendore non gli fu dato modo di giocarsi le sue
chances mondiali. Nel 1944, dopo un torneo nella neutrale Svezia dove probabilmente aveva potuto saggiare le possibilità
di farsi accogliere, tornò in Estonia per prendere la la famiglia ma venne bloccato dalle forze sovietiche con altri
fuggiaschi, fu arrestato e su di lui pendette la minaccia di finire in Siberia. Gli fu revocato il titolo di Grande Maestro
dell’URSS e impedito di giocare a scacchi. Fu riammesso successivamente in virtù del suo carisma e fama, ma fu sempre
visto, anche se rispettato, come uno straniero dai suoi colleghi sovietici. Probabilmente non sapremo mai esattamente
come andarono le cose in quel periodo.
Sotto questo aspetto, a Keres può essere obiettivamente applicato uno degli aforismi più adatti agli scacchi: “ in me
vis sortis nulla sed ingenium ”, visto che la fortuna, in vita, si è spesso dimenticata di bussare alla sua porta.
Imparò a giocare a scacchi in giovane età e subito si mise in luce per il suo talento. Il suo stile era un misto di
attacchi brillanti e grande comprensione della posizione nel gestire situazioni complesse.
Dotato di una formidabile preparazione teorica e di pregevolissima tecnica, peraltro espressa in alcune sue
lucidissime monografie, vinse tre campionati Urss (1947,1950,1951) e disputò dieci Olimpiadi. Davvero numerosissimi i
tornei vinti ed i piazzamenti nelle primissime posizioni delle manifestazioni a cui prese parte. Ha saputo conciliare, come
pochi, la giusta aggressività sulla scacchiera con le maniere garbate e la sana sportività. E' stato, quel che si dice, un gran
signore: affabile, equilibrato, disposto ad accettare vittoria e sconfitta con identica grazia.
Fu stroncato da un attacco cardiaco durante il trasferimento da Vancouver, B.C., Canada in Finlandia.
In Canada aveva disputato il Canadian Open di Vancouver. Nell'ultima partita della sua vita aveva battuto il GM
statunitense Walter Browne. I suoi funerali a Tallinn furono seguiti da migliaia di persone, assiepate lungo la strada
percorsa dal corteo funebre, in una assolata giornata.
Nel 1995, a vent’anni dalla morte del grande campione, il governo estone promosse, in un libro di 480 pagine la
raccolta di tutte le partite reperibili di Keres (esattamente 1944, considerato che circa 500 furono perse) corredate da una
interessante sequenza di fotografie.
Il volto di Paul Keres (spada, scudo e gloria dell’Estonia come scrisse Fridrik Olafsson) fu inserito nella banconota
da 5 corone estoni, probabilmente il primo scacchista che abbia mai avuto questo onore dal proprio paese.
Come è scritto nell’Havamal (poema mitologico islandese): “ Il bestiame muore, gli uomini muoiono, e parimenti
ogni cosa muore, ma un nome nobile non muore mai, se ha guadagnato una buona fama”.
Paul Keres
Narva 7/1/1916 - Helsinki 5/6/1975
Bibliografia:
Chicco-Porreca - Dizionario Enciclopedico degli scacchi
Harold Schonmberg - I grandi maestri degli scacchi
Al Horowitz - I campioni del mondo di scacchi
Keres - Photographs and games - Paide 1995
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