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Robert James Fischer
(Chicago 9/3/1943 - Reykiavjk 17/1/2008)
- XI° Campione del mondo (1972-1974)-
Nato da un fisico di origine tedesca e da madre svizzera che divorziarono quando aveva solo due anni, Bobby
crebbe a Brooklyn , dove la famiglia si era trasferita, con la mamma (risposatasi nel 1968) e la sorella Joan di
cinque anni più grande senza più aver notizie del padre.
A sei anni ebbe in regalo una scacchiera che ben presto diventò il suo universo e la sua unica ragione di vita. A
tredici anni vinse il campionato juniores degli States. Fu in quell'occasione, scrive Fine nel suo libro "La psicologia
del giocatore di scacchi" che la madre "..venne a consultarmi per vedere se poteva far qualcosa per convincere il
figlio a non dedicare tutto il proprio tempo agli scacchi...A ripensarci sembra oggi un'ironia della storia che per poco
uno dei principali maestri di scacchi americani non sia divenutolo psicanalista dell'altro." Fine riferisce anche di una
frase profetica dell'analista Ernest Jones: "Lasciatelo fare, diventerà un secondo Paul Morphy".
A quindici anni Bobby era ritenuto uno dei più forti giocatori del mondo. Abbandonò la scuola, posto che l'abbia
frequentata con impegno, sostenendo che "gli insegnanti sono tutti minchioni". Vinse sette campionati Usa
consecutivi, di cui uno (63/64) con 11 punti sugli undici disponibili, poi si rifiutò di partecipare alle altre edizioni.
Fischer è sempre stato coerente con i suoi principi, a costo di inimicarsi il mondo e perdere preziose opportunità,
come quando, nell'interzonale del 167 a Sousse (Tunisia) dove era in testa per 8,5 su 12 incluse due sconfitte
assegnategli per forfait contro Gipslis e Hort se ne andò per protesta contro l'organizzazione del torneo. Anche le
sue elevate richieste economiche erano legate non ad un tornaconto personale bensì avanzate in virtù di una
convinzione, tipicamente americana, che ad una borsa più alta corrispondesse maggiore audience, tutto a vantaggio
della popolarità degli scacchi. Secondo Spassky, Fischer è stato il primo vero sindacalista degli scacchi e colui che
ha fatto di più per dar loro una dignità almeno pari a quella di altre discipline sportive più remunerate. Davanti alla
scacchiera è sempre stato corretto ed educato con i suoi avversari. Tutta la sua vita è stata dedicata in modo
sacerdotale agli scacchi. A chi gli chiedeva quanti amici avesse rispose un giorno: "Tutti quelli che amano gli
scacchi."
Dal punto di vista tecnico notevoli sono le somiglianze con Capablanca, il cui influsso stilistico fu ammesso dallo
stesso Bobby in un'intervista. Tipica la sua mania di aprire col bianco sempre con 1.e4. Tra i vari libri dedicati a
Fischer, uno di questi, scritto da Max Euwe fu incentrato sulla questione se Bobby sia stato il più grande scacchista
di tutti i tempi. Di certo il gioco del campione americano è stato caratterizzato da una concretezza e da una
precisione tecnica fuori del comune.
La forza di Fischer era già nota nel mondo scacchistico con i primi anni 60, tanto che era ritenuto l'unico occidentale
in grado di contrastare i colossi russi. Ma fu con il torneo dei candidati che lo portò alla sfida del '72 contro Spassky
che diede una dimostrazione terribile della sua forza. Stroncò Tajmanov a Vancouver per 6 a 0. quindi Larsen con
identico punteggio a Denver. Sconfisse quindi a Petrosjan a Buenos Aires per 6 1/2 a 2 1/2. Dopo la conquista del
titolo su Spassky a Reykjavik (+ 7 -3 =12) Fischer, fedele al suo personaggio, si mise in contrasto con la Fide per le
regole relative al nuovo match per il titolo. Sicché nel 1975, esattamente il 2 aprile, essendo approdati a nulla tutti
gli sforzi per portarlo davanti a Karpov, legittimo sfidante, la Fide lo dichiarò decaduto e consegnò il titolo al russo.
Fischer non ha mai accettato questa decisione. Nel settembre del 1992, venti anni dopo Reykjavik, Fischer è
riemerso dal buio in cui s'era rintanato per affrontare nuovamente il suo vecchio amico-rivale Spassky a Sveti Stefan
in Montenegro, in una sfida che gli attirò addosso tanto la censura del Governo Usa a causa della violazione
dell'embargo a quel tempo disposto a carico della ex-Jugoslavia quanto l'assoluta indifferenza della Fide. Il grande
pubblico ed i mass-media seguirono l'incontro con interesse che si dedica ad una sfida tra vecchie glorie.
Il risultato, a favore di Fischer, fu +10 -5 =15
A seguito di aspri contrasti col governo del suo paese derivanti dalla violazione dell'embargo, Fischer evita di
tornare in USA dove avrebbe potuto essere arrestato. Si rifugia in Giappone, dove nel 2005 viene anche arrestato
con l'accusa di essere entrato in quel paese con un passaporto non in regola. Chiede e trova quindi asilo politico in
Islanda, paese in cui, nel 1972, si svolse la famosa sfida con Spassky per il titolo mondiale. Muore in un ospedale di
Reykiavjk, dove pare fosse ricoverato per una insufficienza renale, il 17 gennaio 2008 a 64 anni.
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1972
Fischer - Spassky
7
3
11
1975 Karpov (per forfait di Fischer)
Titoli:
International Master, 1957.
International GrandMaster, 1958.
World Champion, 1972-1975.
US Champion, 1958, 1959, 1960, 1961, 1963, 1964, 1965, 1966
PS:
Nel 1992, a Sveti Stefan, Fischer e Spassky si riaffrontarono in un match che ebbe un notevole clamore pubblicitario. Il
risultato, nuovamente a favore di Fischer, fu +10 -5 =15
Bibliografia:
•
Chicco-Porreca - Dizionario Enciclopedico degli scacchi
•
Harold Schonmberg - I grandi maestri degli scacchi
•
Al Horowitz - I campioni del mondo di scacchi
•
Fischer - My 60 memorable games
•
Wade-O'Connel - Fischer
•
Fine - La psicologia del giocatore di scacchi
•
Kasparov-Plisetsky: I miei grandi predecessori
•
M. Monticelli - Fischer-Spassky la sfida del secolo
•
Davies-Pein- Levitt - Fischer-Spassky vent’anni dopo
•
Plisetsky-Voronkov - I russi contro Fischer
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