© salvatore benvenga - www.bensaver.it
Nato da una famiglia che, sin dal suo capostipite Jean Philidor, aveva dato molti musicisti alla Francia, Francois era
figlio ultimogenito dell'ormai settantanovenne André. Fu subito avviato alla musica, come da tradizione di famiglia, e già
dodicenne esibiva alcune piccole composizioni. Senonché, nel coro della cappella di Versailles, si trovavano anche
musicisti che giocavano a scacchi (a tal proposito ci sarebbe da trattare a lungo su questa affinità elettiva che ha unito
moltissimi musicisti al gioco degli scacchi). Essi insegnarono al giovane Francois a giocare e fu amore a prima vista con
la dea Caissa.
Nel 1740, giunto a Parigi, Philidor frequentò il Café de la Régence, noto quartier generale degli scacchisti della
capitale francese, e qui rivelò la sua naturale abilità nel gioco alla cieca.
Pur rimediando qualche soldino con gli scacchi e le partiture, era costantemente perseguitato dai creditori, sicché si
decise a cambiare aria e trasferirsi in Olanda. Qui consolidò la sua fama e le sue finanze. Nel 1746 sbarcò in Inghilterra. A
Londra sconfisse Stamma (siriano di Aleppo, naturalizzato inglese ed autore di note opere scacchistiche di quel tempo)
per +8 -1 pur dandogli il vantaggio del tratto.
Questo avvenimento gli spalancò molte porte e soprattutto gli permise, col mecenatismo del duca di Cumberland,
di stampare nel 1749 il suo celebre manuale " L'Analyse du jeu des échecs ".
L'importanza di quest'opera è enorme se si pensa che fu tradotta in molte lingue e che, stampata in decine e
decine di edizioni, fu un autentico testo di riferimento per intere generazioni di scacchisti. Fu il primo libro ad affrontare i
temi strategici del gioco.
Per molti versi era un giocatore si assoluta modernità ed anticipatore dei concetti posizionali poi ripresi da Steinitz.
Enunciò alcune analisi, come quella del finale di Torre e Alfiere, ancora oggi valide. Nel 1770 prese a soggiornare
pressoché stabilmente in Inghilterra, attirato dagli scacchi, e lo si poteva trovare in pianta stabile al London Chess Club,
dove impartiva lezioni, si esibiva e - a tempo perso - insegnava anche musica.
Nel 1782 Diderot lo pregò di smettere di giocare alla cieca e lo invitò a ritornare alla musica, chiudendo la sua
lettera con alcune profetiche parole: " ...quel povero Philidor che ha perso il senno spingendo pezzetti di legni sulla
scacchiera."
Si racconta che Beniamino Franklin, ambasciatore americano a Parigi ed a sua volta appassionato scacchista, si
fosse recato al Café de la Régence con una copia del libro di Philidor per ottenerne l’autografo. Per inciso annotiamo che
fu proprio Franklin a diffondere gli scacchi in nord America, fondando il primo circolo (Philadelphia Chess Society) e
scrivendo nel 1779 l’interessante saggio “ Moral of Chess”.
Per gli inglesi, Philidor rappresentava un fenomeno per la sua capacità di giocare alla cieca, anche se ritenevano
alquanto bizzarro che un valente compositore di opere musicali si mantenesse giocando a scacchi.
Tentò di rientrare in patria, nel 1795, ma s’avvide d’essere sulla lista nera degli “emigrés” che avrebbe comportato
finire sul patibolo, per cui vi rinunciò e rimase definitivamente distaccato dalla famiglia.
L'autore di Ermelinda principessa di Norvegia (che gli aveva fruttato un vitalizio dissoltosi con la rivoluzione
francese) e di Tom Jones , padre dell'"Opera-comique" - nel cui genere compose circa venti lavori - e fondatore (come
scrive Diderot) della musica italiana in Francia finì col mantenersi solo giocando a scacchi,
Philidor ha segnato il passaggio del gioco degli scacchi dal settecento all’ottocento, ponendo le basi per il moderno
gioco di posizione. Lo ha marcato in un modo che - al momento - non risultò immediatamente chiaro ma che fu invece
d’ispirazione a Steinitz. La sua intuizione sulle formazioni pedonali e le manovre per impiegarle nello sgretolamento delle
difese avversarie erano del tutto innovative a quel tempo.
Colpito da un attacco di gotta, morì - forse primo di una lunga serie di maestri - povero e solo in terra straniera.
Francois Andrée Duncan Philidor
Dreux 7/9/1726 - Londra 31/8/1795
Bibliografia:
Chicco-Porreca - Dizionario Enciclopedico degli scacchi
Harold Schonmberg - I grandi maestri degli scacchi
Al Horowitz - I campioni del mondo di scacchi
Corrado Rollin - Philidor, il musicista che giocava a scacchi
Partite (PGN) zip
Il pedone è l’anima degli scacchi
Philidor