© salvatore benvenga - www.bensaver.it
Figlio del giudice Alonzo Morphy e di una creola francese, apprese le mosse dal padre e giovanissimo divenne il più
forte giocatore della città. Si narra che Morphy regalasse i suoi libri di scacchi, bastandogli averli letti una volta soltanto. Si
laureò in legge a 18 anni col massimo dei voti e risulta che riuscisse a ricordare a memoria l'intero codice civile della
Louisiana.
"Lo hanno chiamato a ragione l'Arcangelo degli scacchi, perché con lui inizia il vero culto della dea Caissa". Questo
il commento di Canal in uno splendido articolo su questa luminosa figura degli scacchi di ogni tempo.
Nel 1850 a Lowental,esule ungherese, considerato uno dei più forti giocatori dell'epoca, di passaggio a New
Orleans fu proposta una sfida col tredicenne Morphy su tre incontri, sfida che l'americano si aggiudicò con due vittorie ed
una patta. Nel 1857 Morphy fu invitato al torneo di New York. A chi non lo conosceva, quella figurina esile e bassa, dal viso
glabro, quasi femmineo, e dalle piccole mani sempre coperte da guanti di capretto grigio, ben vestito e garbato non
dovette suscitare una favorevole impressione. Morphy travolse tutti con signorilità giocando in assoluto silenzio e senza
darsi arie. La sua tecnica era oltremodo semplice: rapido sviluppo dei pezzi e guadagno di tempi per un attacco mortale.
Bravissimo anche nel gioco alla cieca, la sua fama varcò l'oceano e giunse in Europa dove Staunton (che si riteneva
il migliore scacchista del mondo) non perdeva occasione di dichiarare che quel giovane americano non era poi così forte
come si sosteneva.
Il New Orleans Chess Club si offrì di pagare a Staunton viaggio, spese e soggiorno più una borsa di cinquemila
dollari perché andasse in Americano a giocare contro Morphy ma Staunton rifiutò sdegnosamente. Fu così che, nel giugno
del 1858, Morphy partì per l’Europa e sbarcò a Londra dove ritrovò il vecchio Lowental. Lo battè nuovamente,
impressionando gli inglesi per il suo gioco; con pari facilità travolse il forte Bird.
Ma Staunton non si faceva vedere, disertando perfino la cena di gala in onore del campione americano. SI limitava
a scrivere sferzanti giudizi sul suo giornale. Morphy si recò a Parigi e divenne una celebrità del Café de la Régence. Qui
demolì Harrwitz, un borioso professionista che aveva avuto la ventura di batterlo in due incontri su cui forse aveva troppo
pesato l'impatto della dolce vita notturna parigina. Morphy si vendicò rifilandogli cinque batoste consecutive in seguito alle
quali Harrwitz si rifiutò di proseguire.
Assiduo frequentatore dell'Opéra, Morphy venne invitato una volt dal Duca di Brunswick e dal Conte Isouard che lo
sfidarono mentre andava in scena il Barbiere di Siviglia di Rossini. La partita che disputarono e che Morphy vinse è tutt'ora
considerata una gemma nella storia degli scacchi ed usata come caso di studio per i principianti.
A Parigi, nell'Hotel de Breteuil dove alloggiava, Morphy disputò un match contro Adolf Anderssen (1818-1879)
professore di matematica a Breslavia, vincitore del Torneo di Londra del 1851 e uno dei massimi giocatori del tempo.
Morphy vinse per 7 a 2 ed Anderssen, da gran signore qual era, disse " Contro di lui nessuno può sperare di vincere
più di una partita ogni tanto".
Dopo il match con Anderssen, Morphy tornò in America dove fu accolto con onori degni di Cesare. La sua fama era
immensa ed i giornali sprecavano i titoli per inneggiarne la gloria. Ma da lì a poco Morphy cominciò a soffrire di mania di
persecuzione (sospettava che il cognato volesse derubarlo tanto che lo sfidò a duello e poi gli intentò una causa che
perse), diventò misantropo e si isolò convinto che la gente volesse avvelenarlo, smettendo perfino di parlare di scacchi.
Si considerava un valente avvocato e non accettava che gli altri vedessero in lui solamente il grande campione di
scacchi. Soffriva di mania di persecuzione ed era convinto che il cognato , verso cui avviò diverse azioni legali, tentasse di
sottrargli il patrimonio. Quando Steinitz si recò a New Orleans nel 1883 i due campioni si incontrarono ma non si parlò di
scacchi: vi furono solo pochi minuti di colloquio senza senso.
Fu trovato morto dalla madre nella vasca da bagno stroncato da una congestione cerebrale. I giornali scrissero che
lo sforzo mentale nelle molte partite alla cieca lo aveva fatto collassare.
L'Arcangelo degli scacchi era ritornato in paradiso.
Paul Morphy
New Orleans 22/6/1837 - 11/7/1884
Bibliografia:
Chicco-Porreca - Dizionario Enciclopedico degli scacchi
Harold Schonmberg - I grandi maestri degli scacchi
Al Horowitz - I campioni del mondo di scacchi
Partite (PGN) zip