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Emanuel Lasker
(Berlinchen 24/12/1868 - New York 13/1/1941)
- II° Campione del mondo (1894-1921) -
Figlio di un cantore della sinagoga, fu mandato undicenne a Berlino - dove già viveva il fratello maggiore Berthold
- a studiare matematica. E fu proprio Berthold, che si manteneva vincendo piccole poste a scacchi in una sala da
té, ad insegnargli il gioco. Non occorse molto, ad Emanuel, per essere in grado di sopravanzare il fratello. Il suo
ritrovo abituale era il Café Kaiserhof dove vinceva vari tornei e piccole somme in denaro.
Nel 1889 Lasker andò a Breslavia e, classificandosi primo nel Torneo di seconda categoria, conseguì il titolo di
maestro (il torneo di prima categoria fu vinto da Tarrasch). Nel 1890 Lasker decise di lasciare la matematica per gli
scacchi e sbarcò a Londra dove sconfisse Blackburne, Mieses e Bird. Partì tre anni dopo per l'America da dove
cercò di lanciare una sfida a Tarrasch che rifiutò sprezzantemente.
La coincidenza di trovarsi nel paese in cui viveva Steinitz lo facilitò nell'organizzazione della sfida al detentore del
titolo. Fu raccolto un montepremi di tremila dollari ed il 15 marzo del 1894 all'Union Square Hotel iniziò il match:
vincitore colui che si sarebbe aggiudicato dieci partite. Pochi giorni prima il New York Times, in un commento
sull'incipiente sfida per il titolo mondiale, non aveva accreditato il ventisettenne Lasker di molte chances, sebbene
avesse trentadue anni meno di Steinitz. Emanuel smentì le previsioni vincendo subito la prima partita, perse nella
seconda,rivinse nella terza ma perse nella quarta. Quinta e sesta finirono in parità, ma la settima e l'ottava furono
vinte da Lasker.
Sul punteggio di 4 a 2 il match si trasferì a Filadelfia per ulteriori tre incontri, tutti vinti da Lasker. Sul punteggio di
7 a 2, nuovo trasferimento, stavolta a Montreal, dove Steiniz riuscì a rimontare parzialmente vincendo la
quindicesima e sedicesima partita. Il canto del cigno di Steinitz si ebbe nella partita successiva, ma il 26 maggio
del 1894, alla cinquantaduesima mossa della diciottesima partita il vecchio campione abbandonò, consegnando lo
scettro a Lasker che lo avrebbe saldamente detenuto per i successivi ventisette anni: il periodo più lungo mai
avutosi nella storia dei campionati mondiali.
Esile, dall'aria compunta, occhi neri e baffi folti, occhiali a pince-nez, dotto ed elegante, amico di Einstein, Lasker
era ferrato in filosofia, matematica e poesia. Un uomo di multiforme ingegno in grado di restare per oltre
quarant'anni ai vertici mondiali. Venne anche in Italia nel 1897 esibendosi a Milano in alcune simultanee. Nel 1896
fu organizzato un match di rivincita con Steinitz che Lasker domò definitivamente col pesante risultato di 10 a 2.
Difese il titolo con successo contro Tarrasch, Janowsky e Schlechter (che morirà di fame il giorno di Natale del
1918 a Vienna e che fu l’unico sfidante a uscire imbattuto ma perse per la regola che prevedeva, qualora il match
fosse finito in parità, il mantenimento del titolo da parte del dententore ).
Lasker perderà il titolo nel 1921 ad opera di Capablanca, il Mozart degli scacchi.
Lasker non fu, in senso stretto, un teorico come Steinitz né fu caratterizzato da uno stile personale ben definito:
era un giocatore da torneo veramente eclettico, un trapezista della scacchiera. Non di rado s'infilava in gineprai da
cui nessuno riusciva a capire come vi fosse scivolato e, soprattutto, come ne riuscisse a saltar fuori.
Si fidava esclusivamente (almeno così sosteneva) di quello che lui stesso definiva "il buonsenso" negli scacchi i
quali - sempre a suo giudizio - altro non sono che un combattimento in cui la scientificità, l'arte e i motivi
puramente intellettuali dominano incontrastati.
La sua caratteristica principale fu una grande ecletticità: Lasker trascorse molti anni di studio nelle università
occupandosi di matematica e filosofia, e la sua visione di gioco fu permeata da questa esperienza culturale e di
vita.
Nel suo Manuale degli scacchi, emerge chiaramente questa visione filosofica con il continuo riferimento alla lotta
che - nella vita, come negli scacchi - l’uomo deve quotidianamente affrontare per sopravvivere ed imporsi.
Sebbene nel 1935 avesse trasferito la sua residenza a Mosca dove si manteneva svolgendo l’attività di matematico,
si recò due anni dopo in America a trovare la figlia della moglie Martha, avuta nel primo matrimonio, e non fece
più ritorno in Europa. Si guadagnava da vivere tenendo lezioni e conferenze. Muore dopo il ricovero al Mount Sinai
Hospital di New York e viene sepolto nel cimitero ebraico di quella città.
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1894
Lasker– Steinitz
10
5
4
1896
Lasker– Steinitz
10
2
5
1907
Lasker - Marshall
8
0
7
1908
Lasker– Tarrash
8
3
5
1909
Lasker– Janowski
7
1
2
1910
Lasker– Schlechter
1
1
8
1911
Lasker– Janowski
8
0
3
1921
Capablanca - Lasker
4
0
10
Bibliografia:
•
Richard Reti -
I maestri della scacchiera
•
Harold Schonmberg - I grandi maestri degli scacchi
•
Al Horowitz - I campioni del mondo di scacchi
•
Chicco-Porreca - Dizionario Enciclopedico degli scacchi
•
Hannak - Emanuel Lasker, biografia del campione del mondo
•
Boris Vajnstein - Lasker, filosofia della lotta
•
Emanuel Lasker - Il buon senso negli scacchi
•
Emanuel Lasker - Manuale degli scacchi
•
Kasparov-Plisetsky: I miei grandi predecessori
Sfide per il titolo V P N
Capablanca- Lasker
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