© Salvatore Benvenga 2016
NIKON F
NIKON F: LA LEGGENDA
Potrebbe sembrare un nonsenso discutere di una
fotocamera che ha superato i 50 anni dalla sua
apparizione. E’ un pò come parlare di una bella ma datata
signora dai nobili trascorsi, in un contesto in cui
abbondano avvenenti fanciulle (leggi fotocamere
modernissime) superdotate (di accessori e funzionalità
tecniche).
Per chi ama davvero la fotografia, il nonsenso sarebbe
però non parlarne.
C’ERA UNA VOLTA....
Il 20 marzo 1959, circa dieci anni dopo la messa in produzione della sua prima fotocamera (la Nikon I a telemetro),
l’austera Nippon Kogaku comunicava il lieto evento della nascita della sua prima reflex 35mm, chiamata Nikon F.
Non era un mistero per nessuno che la Zeiss Contax fosse la musa ispiratrice della Nikon: attorno ad essa la casa
nipponica aveva progettato, probabilmente primo al mondo in tale completezza e vastità, un sistema fotografico che
aveva come denominatore comune l’intercambiabilità. La Nikon F aveva mirini di vario tipo, vetri di messa a fuoco
intercambiabili, il dorso asportabile, tendine in titanio, la possibilità di montare un motore elettrico da 4 scatti al secondo
(F36, diretto discendente del S36 delle Nikon S a telemetro),
contatto sincro-flash sul bottone di riavvolgimento,
un
crescente ed eccellente parco ottiche la cui qualità è divenuta proverbiale.
Progettata per l’uso professionale in condizioni anche avverse, fu il cavallo di battaglia (in tutti i sensi), di numerosi
fotoreporter e più diffuso strumento di ripresa fotografica durante la guerra del Vietnam.
LE CARATTERISTICHE....
La prima Nikon F aveva il mirino a pentaprisma, con una grande F incisa sul frontalino ed il numero di serie 6400001, la leva di
carica cava, il tutto per oltre 700 grammi di peso. Il primo mirino Photomic (F) fu prodotto nel 1962 ed era una fusione tra
mirino a pentaprisma ed esposimetro CdS (Solfuro di Cadmio, un composto tossico un tempo usato per produrre pile).
Tre anni dopo (1965) la Nikon F fu dotata del Photomic T (con lettura esposimetrica media di tipo TTL). Aveva anche la
possibilità di montare lenti correttive. La prima Nikon F con Photomic T uscì col numero di matricola 6700001. Il peso della
fotocamera superava gli 800 grammi. Un paio d’anni dopo la Nikon introdusse il Photomic Tn (con lettura media a prevalenza
centrale).
L’ultima Nikon FTn (che aveva due versioni: finiture cromate e finiture nere) fu prodotta nell’ottobre del 1973 (circa quindici
anni di produzione ininterrotta) quando la F2 era già sul mercato da un paio d’anni. Il numero di matricola era 7451052.
Per tutte le versioni la macchina mantenne le sue caratteristiche tecniche di base.
Immutati i tempi di posa: da 1sec a 1/1000 più la posa B (bulb) e la posa T (oggi del tutto scomparsa e pertanto ignota alla
maggioranza dei fotoamatori). La posa T, come la posa B, permetteva l’uso di tempi più lunghi di 1sec, ma diversamente dalla
prima - che richiudeva l’otturatore al momento del rilascio del pulsante di scatto - restava attiva finché il pulsante non veniva
ripremuto una seconda volta. In pratica si poteva scattare, andare a prendersi un caffé e, al ritorno, ripremere il pulsante per
chiudere l’otturatore.
Tempo di sincronizzazione del flash (sincro-X) a 1/60
Mirino intercambiabile che copre il 100% dell’area inquadrata. Vetrini di messa a fuoco intercambiabili (ben 19).
Una delle sensazioni più diffuse tra quanti si trovano in mano una Nikon F è di avvertire un inusitata robustezza.
Già il peso di una fotocamera il cui solo corpo sfiora i 900 grammi non è trascurabile, ma se a questo si aggiunge il contatto col
metallo che ostenta solidità a tutto tondo, l’impatto provoca normalmente un senso di piacevole sicurezza ed affidabilità. Il
rumore dello scatto ha un non so che di musicale: come una nota profonda che per un attimo resta sospesa e si lega
armoniosamente alla suo eco.
Quell’affidabilità e robustezza che hanno fatto sceglier alla NASA per la sua missione Apollo XV proprio una Nikon F .
L’esemplare nella foto è del 1968
[ Nell’immagine si vede la manovella di
riavvolgimento posizionata sul contatto a
slitta Nikon per il flash ]
1. L’alloggiamento pila del Photomic
2. Il pulsante per verificare la profondità di campo
3. Il blocco del sollevamento dello specchio
4. L’autoscatto impostabile a 3 - 6 - 10 sec
La Nikon F è stata protagonista di numerosi film di successo. Autentica
icona in tante pellicole:
da Blow-Up di Antonioni del 1966 a “I ponti di Madison County” con Clint Eatwood e Meryl Streep del 1995 a “ Full Metal
Jacket”. Ma il primo film in cui apparve fu sicuramente Stato d’Allarme (1965), con Sidney Poitier nelle vesti di un
fotoreporter.
Salvo errori, credo siano circa una quindicina i lungometraggi in cui la Nikon F appare come protagonista.
OGGI.....
Possedere una Nikon F è solo una questione di feeling.
E’ un oggetto per collezionisti anche se - in ordine - è in grado di scattare eccellenti fotografie in qualsiasi condizione: “peccato”
(sic!) che per farlo occorra sapersi destreggiare tra tempi, diaframmi, messa a fuoco, calcoli esposimetrici, tutte cose fuori moda
da quando gli automatismi full optional hanno invaso la nostra vita.
Tutte cose che, per molti fotoamatori cresciuti tra schede di memoria, display e autofocus, sono come la vita in campagna:
simpatica ma solo il tempo di un picnic e purché ci sia il sole.
Un apparecchio di proverbiale robustezza ed affidabilità, progettato e costruito per resistere ad un uso intenso e macinare rullini
per anni ed anni senza perdere colpi. Un autentico mulo, solido e forte, instancabile.
Se ne possono trovare di usate ma attenzione che siano in ordine: la riparazione deve essere effettuata da mani sapienti e
potrebbe costare non poco.
Quindi?
La Nikon F ha rappresentato una pietra miliare nella storia della fotografia con la F maiuscola: una leggenda che nessuno dovrebbe
ignorare. Anche per questo ho cercato di raccontarla a modo mio.
Matricole:
La prima Nikon F del 1959 ha il nr di matricola 6400001
La prima Nikon F Photomic del 1965 ha il nr di matricola 6700001
La prima Nikon F Photomic FTn del 1968 ha il nr di matricola 6900001
La Nikon F è stata prodotta in due colorazioni:totalmente nera (Black) e con la calotta argento (Silver). Quella totalmente
verniciata di nero è più sensibile (ovviamente) alle scalfitture e graffi. Dal punto di vista meccanico non c’è alcuna
differenza.
Nelle immagini possiamo osservare un esemplare di colore nero col
caratteristico mirino a pentaprisma su cui è incisa una grande F.
La si vede corredata dal dorso motore F-36 (figura superiore) in
grado di scattare 2 fps (L), 2,5 fps (M1), 3 fps (M2) e 4 fps (H), in
quest’ultimo caso bloccando lo specchio in posizione rialzata.
Per la Nikon F furono previsti due flash da montare sulla slitta
tramite un adattatore S: il Flash BC-6 che utilizzava lampadine AG-
1 e connesso tramite un cavetto sincro ed il fash BC-7
caratterizzato dalla grossa parabola a ventagio ripiegabile.
Nella figura inferiore si vede la stessa macchina con l’F-36 col suo
portabatterie senza cavo dotato di impugnatura fornita di pulsante
di scatto e commutatore da scatto singolo a raffica. Viene
alimentato da otto batterie a stilo (AA).
Il motore F-36 deriva da quello progettato per l’ultima Nikon S a
telemetro e per essere applicato è necessario staccare il dorso in
dotazione alla Nikon F, dorso che viene sostituito da quello integrato
nel motere F-36. Il che comporta una maggiore perdita di tempo
quando si deve cambiare la pellicola perché va rimosso l’intero blocco
motore.
L’ F-36, per diversi anni, è stato praticamente un autentico cavallo di
battaglia e strumento insostituibile per molti professionisti, oltre che
per le prestazioni, per le sue doti di robustezza ed affidabilità uniche
su tutto il mercato dei produttori di fotocamere professionali.
La Nikon F ebbe anche alcune versioni speciali, come quella per la
marina militare USA ( modello F KS 80-A), dotata del motore F-36
sotto il quale era alloggiata una impugnatura a pistola, con grilletto a
due scatti (singolo e raffica 4 fps) ed uno speciale obiettivo in
dotazione (uno zoom 43-86 mm f/3,5) la cui messa a fuoco era
bloccata sull’infinito.
Nella immagine sottostante si osserva l’interno della
«camera obscura» della F con lo specchio bloccato in
posizione rialzata. Questa funzione era necessaria per
utilizzare alcune ottiche (es il Fish-Eye 10mm f/5,6 OP)
molto intrusive. In questo caso la visione doveva avvenire
tramite un mirino aggiuntivo
I MIRINI
Oltre al classico mirino a pentaprisma ed al Photomic FTn, per la Nikon F furono previsti
anche un mirino a pozzetto con incorporata nel cappuccio una lente di precisione (5x) ed un
mirino d’azione. Quest’ultimo è un pentaprisma piuttosto ingombrante, utile per i fotografi
con gli occhiali in quanto consente una inquadratura veloce grazie ad un oculare di
dimensioni assai generose.