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C’ERA UNA VOLTA....
Ventuno anni dopo l’uscita della Nikon F (1959) e
nove anni dopo l’uscita della Nikon F2 (1971) la
Nippon Kogaku mise in produzione la F3, una
fotocamera del tutto innovativa ma che - nel rispetto
della tradizione della casa giapponese ancora oggi
fortunatamente mantenuta - era in grado di operare
senza problemi con le ottiche costruite nel 1959.
Partirei proprio da questo punto, che ritengo uno dei
motivi che hanno consentito alla Nikon di conservare
ed accrescere il numero dei suoi fans. Anche oggi, in
piena era digitale, farcita di microchips, gli utenti
Nikon sanno che il loro corredo di ottiche - anche se
vetusto - può essere sempre utilizzato.
La Nikon F3, come la F e la F2, manteneva il mirino
intercambiabile ( ben 5 quelli disponibili sempre con
copertura 100% dell’area inquadrata), con la
differenza che l’esposimetro non era più alloggiato in
esso. Caratteristiche salienti: l’otturatore a tendina
in titanio sul piano focale a scorrimento orizzontale,
tempi di posa controllati al quarzo da 8sec. a 1/2000
(più B e T), sincro-X ad 1/80, ed uno scatto
meccanico d’emergenza a 1/60sec., automatica a
priorità di diaframmi. Il primo numero di matricola
assegnato alla F3 fu il 1200001.
Nel 1980 per la NASA su prodotta una serie speciale,
tutta interamente nera e con dorso da 250 pose.
Nel 1982 fu prodotta una serie caratterizzata dalla
scocca in titanio e chiamata appunto F3/Titan.
Nel 1983 la F3 fu prodotta in versione autofocus
(F3/AF) , prima Nikon con messa a fuoco automatica,
dotandola di un imponente mirino (DX-1).
La F3 poteva essere richiesta con uno dei due
pentaprismi: il DE-2 standard e il DE-3 High-
Eyepoint, da cui la sigla HP, adatto a quanti portano
gli occhiali per il suo oculare maggiorato.
Oltre i due suddetti pentaprismi standard, c’erano il
DA-2 (sportivo), DW-3 (a cappuccio) e DW-4
(ingranditore)
Nella immagine si può osservare la F3 privata del mirino
per accedere al vetrino di messa a fuoco d serie K
(intercambiabile con ben altri 19 modelli disponibili)
.
Pur essendo una macchina automatica per il cui
funzionamento era necessario l’uso delle batterie, la F3
era dotata di uno scatto meccanico di riserva (1/60) per
garantire il funzionamento anche in assenza di pile. La
gamma di misurazione ISO era particolarmente estesa
(EV1-EV18, ovvero da 1/sec a f:1,4 fino a 1/2000 a f:11
con pellicola 100 ISO) e gamma sensibilità da 12 a 6400
ISO.
La F3 aveva il proprio motore dedicato: MD-4 capace di
6ftg al secondo e le cui (8) batterie alimentano i
circuiti della macchina.
Nell’immagine si osserva il caratteristico alloggiamento di
un flash Nikon dedicato, posizionato sul manettino di
avvoglimento della pellicola su cui ci sono i contatti. Nelle
ultime serie della F3, sul mirino fu introdotta la slitta
standard per il flash.
ALCUNE CONSIDERAZIONI
La Nikon F3 è stata l’ultima fotocamera professionale
manual focus, la cui produzione è continuata anche dopo
l’avvento della magnifica F4 (1988) e della pesantissima
F5 (1996) entrambe autofocus a pellicola. Ciò a significare
di quale attenzione la casa giapponese ponesse su questo
modello e di quale fosse la richiesta tra i fotografi Nikon
anche in un’epoca che si stava inesorabilmente avviando
verso una radicale e decisiva svolta nell’impiego delle
fotocamere.
Una F3 si trova oggi nel mercato dell’usato a poche
centinaia di euro. Un prezzo incredibilmente basso per
una macchina che è stata ai vertici mondiali. Ma questa è
la logica del mercato che premia altri fattori. Bisogna
stare attenti alle condizioni dell’ otturatore: trattandosi di
una leggerissima lamina di titanio è molto resistente e
praticamente eterno, ma occorre verificare che non sia
stato danneggiato o incrinato.
Per chi volesse dotarsi di una macchina relativamente
moderna (intendo con qualche concessione alle comodità
come l’esposizione automatica) ed in grado di funzionare
con tutti gli obiettivi Nikon prodotti dal 1959 ( non AI, AI,
AIs, AFD) - tornando all’impiego di pellicole - la F3
sarebbe un ottimo affare.
Sufficientemente snella e ben proporzionata, dal design di
classe (ricordiamo che è stata disegnata da Giorgetto
Giugiaro), robustissima e precisa, la Nikon F3 non
tradisce le aspettative.
D’altra parte - non lo dimentichiamo - ben poche
macchine al mondo possono vantare il suo record di
longevità: vent’anni di ininterrotta produzione in un
mondo che brucia i modelli come fossero canzonette, la
dice lunga su quale filosofia progettuale e costruttiva
fosse alla sua base. Qualcosa che ha del non terreno.
Una macchina spaziale, per l’appunto.
© S. Benvenga