www.bensaver.it BREVE STORIA La fabbrica Arsenal (Zavodarsenal Kiev), Ucraina, nasce nel 1764 in una fortezza militare di Kiev, distretto di Pechersk,  come officina per le armi dell’esercito russo. Per quasi due secoli questa sarà la principale attività. Al termine della seconda guerra mondiale (ottobre 1946), i sovietici - impadronitisi “manu militari” dei macchinari della Zeiss Jena e di alcune maestranze - decisero di riconvertire Zavod Arsenal, dopo averlo ristrutturato, insediandovi una fabbrica per la riparazione delle Contax che in breve tempo si evolve in una catena di produzione di obiettivi e apparecchi fotografici. Principale protagonista di questa operazione, non è chiaro fino a che punto volontariamente, è il gruppo diretto da Wolfgang Hahn ingegnere della Carl Zeiss di Jena, trasferito a Kiev per gestire questa linea di lavoro. A Kiev i tedeschi della Zeiss di Jena trovano già pronti ad aspettarli ed in ottime condizioni numerosi macchinari, attrezzature e pezzi di ricambio prelevati dai russi dalla Zeiss Ikon di Dresda. Loro malgrado, i tecnici tedeschi finiscono con dover allineare i loro precedenti standard qualitativi a quelli imposti dai nuovi padroni. A titolo di cronaca va detto che le prime Kiev (esempio la Kiev II del 1947) sono prodotta a Jena. E’ dal 1949, con la serie III, che a Kiev decolla la piena produzione delle fotocamere. Peraltro la componentistica delle Contax e delle prime Kiev è identica. La differenza, come già detto, risiede principalmente in ordine alle tolleranze qualitative ed alla precisione costruttiva. Dopotutto non è possibile attendersi dalle maestranze ucraine la stessa preparazione ed esperienza di quelle formatesi in anni di lavoro alla Zeiss di Jena, né è compatibile il livello di produzione quantitativa richiesto dai russi con il rispetto del controllo di qualità che deve quindi essere sacrificato sull’altare del numero di fotocamere da porre in circolazione. La cosa stupefacente è che le Kiev funzionino egregiamente a dispetto della relativa approssimazione presente nella catena di montaggio. Nel settore del 35mm la Zavod Arsenal produce “clonazioni” di Contax II e III ( mantenendo coerentemente anche i noti problemi meccanici) come nel caso della Kiev 4AM.  Sono macchine a telemetro, denominate in lingua inglese “rangefinders” la cui produzione si conclude nel 1986. In verità i primi esemplari non possono essere definiti “sic et simpliciter” clonazioni, ma vere e proprie Contax con la differenza che sono costruite in Ucraina dove è stata trasferita molta componentistica. Mentre parte di lavoratori e quanto resta della fabbrica Zeiss di Jena continua in Germania la produzione di obietivi per la Exacta di Dresda, a Kiev si da avvio ad una particolare specializzazione: la clonazione di fotocamere famose, tra cui Hasselblad, Zeiss Ikon, Nikon. In alcuni casi questa imitazione è sostanzialmente una semplificazione anche economica (circa un decimo del prezzo) del’’originale più blasonato, come nel caso  la medioformato Kiev 88 (derivata dalla Salyut) quale clone dell’Hasselblad 1600 e perciò definita Hasselbladski. Per chiudere il capitolo del formato 6x6, ricordiamo che Zavod Arsenal produce anche la Kiev 60, la cui foggia di grossa reflex si rifà chiaramente alla Pentacon Six. Con il modello Kiev 10 comincia l’era delle 35mm SRL e, in particolare, con la Kiev 17 e Kiev 19 viene clonato l’attacco Nikon per gli obiettivi. Con la Kiev 35A invece viene clonata la Minox 35EL ma, anche in questo caso, mentre è acclarata la bontà dell’obiettivo (il Korsar 35mm f/2,8) la meccanica lascia alquanto a desiderare, tanto da essere nota per una lunga serie di problemi. La fabbrica Arsenal produce anche obiettivi, alcuni dei quali degni di nota. Tra i nomi più famosi possiamo citare Mir e Helios/Arsat fatti sullo schema ottico degli Zeiss. Se si esclude il grosso neo dell’approssimativo controllo della qualità, per cui possono trovarsi esemplari dello stesso obiettivo con comportamenti difformi, sotto il profilo ottico vantano rendimenti assai buoni. Nel novembre del 2009, dopo 245 anni di storia, Zavod Arsenal cessa l’attività e solo il comparto delle 6x6 viene proseguito dalla AraxFoto. L’ARSAT L’Arsat H, obiettivo standard per la 35mm SRL Kiev- 19, nasce con un altro nome: MC Helios 81H, dove la lettera H sta ad indicare che la montatura è per Nikon F (compatibile AI). Lo schema ottico si rifà allo Zeiss Jena Biotar, variante asimmetrica del Planar, progettato negli anni ‘20 e che - prima della definitiva consacrazione del Planar che avverrà dopo la metà degli anni ‘40 - costituisce l’obiettivo standard in dotazione a Contax ed Exacta. L’Helios è quindi definibile il Biotar russo ( più precisamente ucraino in quanto prodotto dalla Arsenal di Kiev) e l’Arsat è chiaramente la stessa cosa. DATI TECNICI Lunghezza focale: 50mm Angolo di campo: 46° Lenti/Gruppi: 6/4 Max apertura: f/ 2 Min apertura: f/ 16 Diaframma a 6 lamelle Diametro ghiera filtri : 52mm. Distanza minima di messa a fuoco: 50 cm Peso: 300gr Per questa prova mi sono avvalso della Sony A7, per uniformare i test con gli altri 50mm. I risultati parlano da soli. L’esemplare avuto in dotazione per il test si è dimostrato di buona fattura e non ho rilevato alcun malfunzionamento. Le ghiere sono apparse scorrevoli e precise. > Crediti: Esemplare fornito gentilmente per il test da  Blackdove-Cameras che si ringrazia per la collaborazione.  Nelle immagini sottostanti l’Arsat H 50mm f/2 visto di profilo e dalla parte posteriore che evidenzia bene l’attacco Nikon. I TEST   L’obiettivo è stato messo alla prova scattando più foto dello stesso soggetto e variando il diaframma. Alla massima apertura (f/2) non brilla, ma mantiene un buon microcontrasto centrale che comincia a incrementare spalmandosi verso i bordi dopo f/2,8. Tra f/4 ed f/8 raggiunge l’apice delle prestazioni. Buona la resa cromatica così come buona è anche la risolvenza. Lo sfocato, non si sa quanto condizionato dal numero di lamelle (6) del diaframma, lo trovo accettabile. Ho anche scattato qualche foto montandolo invertito ma il risultato ha meritato solo la sufficienza. L’impressione avuta è quella di un obiettivo standard sotto molti aspetti. Non ha punti deboli eclatanti, non ha aspetti mirabolanti. Tutto sommato decisamente onesto per il suo valore. Test n.1 : MIRA OTTICA a f/2 Test n. 2 : MIRA OTTICA a f/8 Test n.3 : MURO MATTONI a f/5,6 TEST CONFRONTO: MailBox a f/2: IMMAGINE TEST MailBox a f/8 : IMMAGINE TEST Colori a f/4: IMMAGINE TEST  Colori a f/8: IMMAGINE TEST TEST Vari: N.1 a f/2 : IMMAGINE TEST N.2 a f/2 : IMMAGINE TEST  N.3 a f/2,8 : IMMAGINE TEST N.4 a f/8 : IMMAGINE TEST N.5 a f/16 : IMMAGINE TEST CONCLUSIONI Come ho già detto, si tratta di un alternativa economica al vecchio Nikkor 50mm f/2  che però resta più performante e meglio costruito.  Per chi vuole risparmiare e non ha particolari ambizioni nel campo dei 50mm, bastandogli tale focale per qualche scatto  non impegnativo, l’Arsat H rappresenta una soluzione da non scartare a priori. Si può dire che si tratta di un obiettivo con più che discrete prestazioni generali: economico ma dotato di buone lenti, contraddistinto da un favorevole rapporto qualità/prezzo. Esteticamente e meccanicamente - lo si vede già a prima vista e dopo averlo maneggiato anche solo per poco tempo - non è un’ottica da medagliere. Non è stato neppure costruita per esserlo. A chi  mi chiede se vale la pena acquistare questo o quell’obiettivo rispondo sempre che la spesa è generalmente da farsi in relazione alle disponibilità, all’uso ed al piacere personale. Questi tre fattori, in misura variabile, influenzano sempre le nostre scelte. Se vogliamo risparmiare punteremo su prodotti che costano meno ma sempre con un occhio attento al loro rendimento. Credo che sia cosa saggia cercare di trarre il massimo profitto da una spesa di qualsivoglia entità. Questo credo sia proprio il caso del nostro Arsat. E’ uno di quegli strumenti che svolge dignitosamente la funzione per cui è stato costruito. Magari non prenderà otto e nove in tutte le materie, ma la sua piena sufficienza la porta a casa e - come un bravo alunno - svolge diligentemente e senza sbavature il suo compitino. Se possiamo e vogliamo di più conviene guardare altrove, se invece ci basta fare buone fotografie a prescindere dal mezzo utilizzato e badiamo al rapporto prezzo/rendimento  allora l’Arsat H resta una scelta da tenere in considerazione. Ho avuto, tra i miei allievi nei corsi di fotografia, un giovane che faceva tutto con una vecchia macchina e un 50 mm f/1,8 acquistata su una bancarella dell’usato. Le sue foto mi hanno sempre favorevolmente colpito per la loro efficacia rispetto a quelle scattate da suoi colleghi di corso anche dotati di macchine ultima generazione armate con zoom dal costo quasi proibitivo. Stampate e messe a confronto chiunque avrebbe avuto difficoltà a capire con che obiettivo fossero state scattate. E, detto fra noi, se ne sarebbe anche infischiato di saperlo. ©   S. Benvenga