www.bensaver.it BREVE STORIA Solo ufficialmente la Pentacon nasce nel 1959 a Dresda con la fusione di alcune case storiche nella nuova azienda Volkseigener Betrieb Kamera-und Kinowerke. Le aziende coinvolte nella fusione del 1959 sono: Altissa, Belca, Kamera Werke, Welta e Zeiss Ikon. Il nome Pentacon viene costruito unendo parte della parola PENTAprism (più precisamente Pentagon, che era il pentaprisma per le SRL sviluppato a Dresda) e CONtax storico marchio della Zeiss Ikon che non poteva più essere utilizzato in Germania Est al termine di una lunga vertenza legale. Nel 1964, la nuova realtà industriale assume la denominazione di VEB Pentacon Dresda che nel 1968, dopo una ulteriore incorporazione dei marchi Certo, Ihagee, Mentor e Meyer, muta in Kombinat VEB Pentacon Dresda. Nel 1989 la GDR festeggia 150 anni di produzione di fotocamere a Dresda, ma appena un anno dopo, con la riunificazione tedesca, esattamente il 27 novembre 1990, l’azienda cessa di esistere dopo che l’ultima Praktica BX20 esce dalla catena di montaggio. La causa è la spaventosa diseconomia gestionale. Ogni fotocamera costa a conti fatti circa mille marchi e viene venduta a duecento. Peraltro modelli e tecnologia sono fortemente arretrati rispetto alla concorrenza orientale. Sebbene la Schneider abbia cercato con maestranze ridottissime di portare avanti il marchio, nel 2001 la Pentacon cessa di esistere per sempre. Vale la pena di raccontare quanto successo prima dei quel 1959 a Dresda. Nel 1919 a Niedersedlitz viene fondata la Kamera-Werkstätten da Paul Guthe e Benno Thorsch (logo KW) azienda che nel 1928 si trasferisce a Dresda vicino alla Ica-Werk del gruppo Zeiss Ikon. La KW lascia un segno nella storia della fotografia del ventesimo secolo con diverse macchine innovative.  A causa del regime nazista, i due soci entrambi di orgine ebraica, emigrano, Guthe in Svizzera e Thorsch negli USA. Quest’ultimo incontra Charles Noble, di origini tedesche, che possiede un affermato fotolaboratorio a Detroit. Mutualmente si scambiano le aziende. E’ così che la KW diventa proprietà di Charles Noble che fa progettare la Praktiflex (attacco ottiche M40) che viene presentata a Lipsia nel 1939. Noble cerca con lo scoppio della guerra di rientare in America ma gli viene impedito ed è costretto a restare a Dresda ad occuparsi della KW e delle Praktiflex di cui vengono prodotti circa undicimila esemplari fino al 1945. Nella notte del 14 febbraio Dresda fu letteralmente rasa al suolo da un bombardamento aereo rimasto nella storia. La KW riuscì a rimettersi in piedi per finire nelle mani dei Societici che l’occuparono e la rinominarono VEB (Volkseigener Betrieb che significa sostanzialmente Proprietà Pubblica) Kamera- Werkstätten Niedersedlitz assegnandole una produzione di 25000 Praktiflex. I Noble si recano dalla Zeiss Jena per trattare sulla fornitura di obiettivi, ma al rientro vengono accusati di spionaggio e arrestati. John il figlio subirà una lunga peregrinazione tra i gulag sovietici che finirà nel 1955, mentre a Charles viene concesso di ritornare in fabbrica. Produrrà la Praktina, che è il primo vero sistema SRL 35mm con obiettivi intercambiabili a baionetta, vari mirini e motore di trascinamento. Nel 1953 l’azienda cambia ancora nome diventando VEB Kamera-Werk Niedersedlitz. Nel 1955 esce la prima Praktica FX2. Nel 1956 viene lanciata la Praktisix 6x6 al Photokina di Colonia. E arriviamo finalmente al 1959, anno in cui l’azienda viene fusa con la sezione orientale della Zeiss Ikon diventando VEB Kamera-und Kinowerke  come detto all’inizio di questo lungo excursus storico. IL PENTACON Origina dall’ottimo Oreston Meyer-Optik - Görlitz 50mm f/1.8 ed è stato costruito in milioni di esemplari tanto che è di facile reperibilità ancora oggi. Leggero, compatto, con buone prestazioni non è però esattamente identico all’Oreston che - a mio avviso, e non solo mio - conserva una marcia in più. La prima versione è molto somigliante all’Oreston Meyer con le strisce argentate. Ne è stata prodotta poi una seconda versione nera (quella testata) marchiata Pentacon Auto e numero di matricola inciso sul frontale e poi una versione  Auto MC (Multicoated) senza l’incisione del numero di matricola. Entrambi gli esemplari, con attacco passo a vite M42, sono stati qui testati. Dal 1978 il Pentacon è stato prodotto anche con attacco Prakticar B. DATI TECNICI Lunghezza focale: 50mm Angolo di campo: 46,7° Lenti/Gruppi: 6/4 Max apertura: f/ 1,8 Min apertura: f/ 16 Diaframma a 6 lamelle Diametro ghiera filtri : 49mm. Distanza minima di messa a fuoco: 33 cm Peso: 250gr Per questa prova mi sono avvalso della Sony A7, per uniformare i test con gli altri 50mm. Non ci sono sostanziali differenze di rendimento tra i due esemplari, perlomeno io non sono riuscito a coglierne di significative. Allego anche qualche immagine ripresa nelle stesse identiche condizioni per confronto. Probabilmente c’è un leggerissimo miglioramento della resa cromatica nel Multi Coated,  in particolari condizioni di illuminazione, e un filo di minore morbidezza ai bordi, ma è come cercare il pelo nell’uovo. > Crediti: Esemplare fornito gentilmente per il test da  Blackdove-Cameras che si ringrazia per la collaborazione.  Nelle immagini sottostanti Il Pentacon MC 50mm f/1,8 visto di profilo e dalla parte posteriore che evidenzia bene l’attacco M42. I TEST   L’obiettivo è stato messo alla prova scattando più foto dello stesso soggetto e variando il diaframma. Alla massima apertura (f/1,8) non brilla, ma mantiene un buon microcontrasto centrale che comincia a incrementare spalmandosi verso i bordi dopo f/2,8. Tra f/4 ed f/8 raggiunge l’apice delle prestazioni. Buona la resa cromatica così come buona è anche la risolvenza. Lo sfocato, non si sa quanto condizionato dal numero di lamelle (6) del diaframma, lo trovo accettabile. Ho anche scattato qualche foto montandolo invertito ma il risultato ha meritato solo la sufficienza. L’impressione avuta è quella di un obiettivo standard sotto molti aspetti. Non ha punti deboli eclatanti, non ha aspetti mirabolanti. Tutto sommato decisamente onesto per il suo valore. I primi tre test sono di confronto tra le due versioni provate (Auto MC e Auto): Test n.1 : CONFRONTO MIRA OTTICA Test n. 2 : CONFR.PART. INGR. a f/4 Test n.3 : CONFR.MURO DI MATTONI a f/5,6 TEST SU SONY A7: COLORI: a f/1,8  COLORI: a f/8 N.1 a f/2,8 : IMMAGINE TEST N.2 a f/2,8: IMMAGINE TEST N.3 a f/5,6: IMMAGINE TEST N.4 a f/11: IMMAGINE TEST TEST SU FUJIFILM X-E2: N.1 a f/4: IMMAGINE TEST  N.2 a f/8: IMMAGINE TEST  TEST OBIETTIVO INVERTITO a f/16: IMMAGINE TEST CONCLUSIONI Non è un obiettivo tagliente alla massima apertura, a f/1,8 il microcontrasto è deboluccio. Ai bordi poi si perde alquanto. E’ necessario chiudere almeno a f/2,8 per cambiare decisamente marcia.   Tuttavia resta un obiettivo più morbido rispetto all’Oreston nonostante siano alquanto simili e ancor più rispetto al Pancolar. Non li ho pubblicati per rispetto della privacy, ma ho scattato ottimi ritratti ad amici montando il Pentacon sulla Fujifilm X-E2 in modo da operare come si trattasse di un 75mm. Nei ritratti, soprattutto femminili, la morbidezza non è un disvalore, anzi! Ha una messa a fuoco molto ridotta, appena 33 cm, il che lo colloca tra i migliori della sua categoria. Dispone di una messa a fuoco estremamente precisa e dolce. Ha una discreta resa anche montato invertito, il che non guasta. Esteticamente e meccanicamente si presenta bene, anche se a me personalmente piace di più la versione non MC tutta in metallo e dall’aria più vintage. Tanto sul campo non è che si differenzi visibilmente nei risultati rispetto al modello MC. Cromaticamente il Pentacon ha una buona resa ma a patto di evitare il flare. L’aberrazione cromatica (CA) è alquanto evidente a tutta apertura. Scolasticamente parlando si può affermare che è un obiettivo sicuramente da promuovere anche se in alcune materie occorre chiudere un occhio per assegnargli la sufficienza. I suoi pregi risiedono principalmente nel fatto che è un obiettivo onesto, economico, sufficientemente affidabile, con qualche freccia al suo arco. Ovvio che se si cerca una lente che sia una lama di rasoio è bene cercare altrove, ma se uno dal proprio obiettivo non pretende solo super nitidezza alla Zeiss ed un bokeh da far svenire, allora col Pentacon 50mm può prendersi anche qualche soddisfazione.   In fondo con davvero poche decine di euro si può disporre di una lente che - comunque la si giri - ha scattato nel mondo qualche milione di buone fotografie, che ha servito per decenni fotografi di ogni genere e ha lavorato egregiamente e senza battere la fiacca in condizioni climatiche anche avverse. Resta sempre valida la massima che le buone foto si fanno prima con la testa. E chi sa usarla bene, sa anche come ottenere il massimo anche dal più economico degli obiettivi. ©   S. Benvenga