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LE CARATTERISTICHE
L’ AF-S DX zoom Nikkor 17-55mm f/2,8G IF-ED,
costruito con uno schema ottico di 14 lenti in 10
gruppi, con passo filtri da 77mm per un peso di poco
superiore ai 750gr non è un’ottica che passa
inosservata.
Copre un angolo di campo che va da 79° a 28,50°, e
pertanto si può considerate sostanzialmente
equivalente ad uno zoom 28-80mm sul formato pieno.
Fu lanciato sul mercato nel 2003, ed ancora oggi
rappresenta l’obiettivo professionale per eccellenza per
i possessori di fotocamere formato DX.
Non è dotato di stabilizzatore, a mio parere del tutto
superfluo in questa fascia di zoom già molto luminosi
ed il prezzo, non propriamente economico, è in linea
con gli obiettivi di fascia alta della casa giapponese.
Nell’immagine seguente si osservi l’imponenza di
questo obiettivo col suo paraluce HB-31 in dotazione
montato sulla flangia d’innesto.
L’obiettivo, costruito in Giappone, è dotato di 3 vetri ED
e di 3 vetri asferici. E’ contraddistinto da numerose
sigle il cui significato non è sempre noto a tutti.
AFS = acronimo che significa dotato di messa a fuoco
automatica con motore silenzioso incorporato
G= la lettera contrassegna gli obiettivi privi di ghiera
dei diaframmi che quindi non sono controllabili
manualmente. Sembra brutto dirlo ma G sta per
“gelded”, che in inglese significa letteralmente castrato.
Il termine impiegato tradizionalmente in riferimento
alla specie equina non si traduce in una incapacità
procreatrice d’immagini in campo ottico. Va inteso solo
come “assenza di” ghiera.
DX = la sigla contrassegna i sensori 23,6×15,7 mm,
quindi di 1/3 inferiori rispetto ai sensori FX (detti full
frame o formato pieno 36x24 mm). L’AFS 17-55 mm
f/2,8G DX è quindi un obiettivo che è stato progettato
per coprire un circolo di immagine più piccolo rispetto
alle ottiche standard FX. L’uso di questo obiettivo su
una fotocamera Nikon FX provocherebbe evidenti
vignettature sui bordi dell’immagine risultante.
ED = Contrassegna i vetri ad Extra-low Dipersion,
ovvero a bassissima dispersione
IF = Acronimo che significa Internal Focus, vale a dire
che il movimento delle lenti nella focheggiatura non
causa allungamenti esterni visibili
ASPHERICAL = speciale curvatura delle lenti per
assicurare una migliore qualità di resa ottica.
Va aggiunto che il diaframma - a 9 lamelle quasi
perfettamente circolari - ha un valore minimo di f/22.
Distanza minima di messa a fuoco 36cm.
La messa a fuoco automatica (di per sé non
velocissima) può essere disattivata attraverso
l’apposita slitta A-M se si vuole mettere a fuoco
manualmente. La cosa è tutt’altro che sconsigliabile
anche perché la ghiera è dolcissima e con un’ottica di
questa luminosità si riesce a mettere a fuoco
manualmente anche in condizioni di luce scarsa e con
notevole precisione.
La distorsione non è certamente assente sui bordi, ma
è ampiamente tollerabile e può essere migliorata
nell’editing dell’immagine con il software CaptureNX
della Nikon.
L’obiettivo non può essere messo in concorrenza con il
più economico 18-55 f/3,5 -5,6 DX, assai più plasticoso
e di dimensioni notevolmente minori. Questo non tanto
per il peso: appena 200gr circa contro i 750gr del
f/2,8.
Anche se al centro di una immagine ripresa a
diaframmi intermedi ed ingrandita non esageratamente
difficilmente l’occhio comune non noterà alcuna
differenza tra i risultati prodotti da queste due ottiche,
la differenza si nota in condizioni di scarsa luminosità e
a diaframma tutto aperto.
Anche a tutta apertura (f/2,8) il 17-55mmG AFS IF-ED
evidenzia una qualità che si tocca con la mano. Ma, a
mio parere, la grande differenza sta nel fatto che la
luminosità si mantiene costante su tutte le focali. Alla
lunghezza focale di 55mm tra il robusto fratellone ed il
fratellino la differenza si nota, eccome.
L’ AF-S DX zoom Nikkor 17-55mm f/2,8G IF-ED è quindi
un obiettivo di gran classe del tutto maneggevole - a
dispetto della sua mole e del suo peso - e che assicura
risultati di grande qualità ad ogni diaframma.
E’ un eccellente factotum che vedo però bene su corpi
macchina DX di una certa mole (esempio la D300s o al
limite la D7000). Con corpi macchina più compatti (della
serie D3000 o D5000) la sproporzione è visibile.
Ciò non significa che non possa essere utilizzato con queste
fotocamere di dimensioni più contenute, tutt’altro.
L’obiettivo lavora egregiamente e garantisce immagini
perfette, però dal punto di vista estetico salta all’occhio un
non so che di goffo e sbilanciato: è un pò come vedere un
bambino col maglione del papà. Se lo scopo è che il
bambino stia caldo va benissimo tutto, se si vuole un
qualcosa di più adatto come taglia meglio andare su misure
più confacenti.
Apro una parentesi
Mi sono sempre chiesto come mai la Nikon non abbia
affiancato a questo superbo esemplare DX un fratello di pari
fattura. Avrei visto benissimo un 55-135mm f/2,8 (equivalente
grosso modo all’80-200 del formato FX).
Tutti gli zoom di focale maggiore nel segmento DX sono a
luminosità variabile. Per chi desiderasse attestarsi sul formato
DX con una signora macchina come la D300S o della serie
D7000, una coppia di zoom di luminosità fissa f/2,8 sarebbe
un corredo di grande valore e qualità.
Chiusa la parentesi.
Nel mercato alternativo, ho trovato nel robusto ed
affidabile Tokina AFX PRO 16-50 f/2,8 una lente che possa
avvicinarsi alla qualità di questo Nikon. Nei miei test ho
potuto riscontrare una pressoché analoga risolvenza al
centro (entrambe le ottiche producono immagini incise e
ben dettagliate) con un magnifico microcontrasto e
brillantezza generale. Dove il Nikon si distingue - a mio
avviso - è su un miglior bokeh. Il contributo dello sfocato
fornito dal Nikon mi è sembrato più piacevole. Se si
fotografano superfici piane ( ad esempio un portone o un
muro) la differenza non è così sensibile anche se ai bordi
prevale ancora di una incollatura il Nikon. Ma siamo nelle
finezze.
Personalmente suggerisco il Nikon, ma se ragioni di budget
inducono ad una alternativa, trovo che il 16-50 della Tokina
sia certamente una ottima soluzione per assicurarsi uno
zoom a luminosità costante f/2,8 in questa categoria.
Va appena sottolineato come uno zoom che copra un angolo
di campo compreso tra gli 80° e i 28° ( quindi ricompresa
nella fascia equivalente tra il 28mm e l’85mm riferita al
pieno formato) sia un obiettivo in grado di risolvere una
gran parte di situazioni pratiche, soprattutto nelle foto di
reportage, fotogiornalismo o ambiente. Lo si monta sul
corpo macchina e non ci si pensa più a cambiarlo, salvo
particolari esigenze.
CONCLUSIONI: L’obiettivo rappresenta certamente un
punto di riferimento della sua categoria (DX) e mantiene un
buon valore anche nel mercato dell’usato dove è possibile
reperirlo con discreta facilità. La sua robustezza in genere
lo preserva anche dall’uso intenso che può farne un
professionista.
Quest’obiettivo, nelle riprese in condizioni di scarsa
luminosità, garantisce sempre scatti puliti e ricchi di
dettagli. Il peso e l’ingombro non sono trascurabili ma è
l’inevitabile scotto da pagare per un complesso ottico di
primissima qualità.
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© S. Benvenga