www.bensaver.it L’OBIETTIVO IDEALE PER IL RITRATTO. Il Nikkor 10,5cm f/2,5, progettato dall’ing. Wakimoto sullo schema Sonnar, nasce nel 1953 per la Nikon a telemetro. Fu il primo obiettivo con filettatura per i filtri diametro 52mm divenuta poi standard per le ottiche Nikkor, e fu una delle ottiche con cui la casa giapponese costruì la sua fama di produttore di ottiche di alta qualità. Nel febbraio del 1959, il Nikkor-P 10,5cm f/2,5 - pur mantenendo lo stesso schema ottico a 5 lenti in 3 gruppi del modello per le macchine a telemetro - fu messo in produzione per affiancarlo alla nuova reflex Nikon F. Era solo più leggero (375 grammi contro il mezzo chilo abbondante del primogenito). I numeri di serie cominciano dal 120102. Nel 1962 fu prodotta la seconda versione e nel 1966 seguì una terza versione (conclusasi col numero di serie 47383). Con la quarta versione del 1972 (dal numero di serie 500001) lo schema ottico passò a 5 lenti in 4 gruppi e diaframma minimo 32. Era leggermente più pesante (435 gr). Tre anni dopo (nel 1975) fu messa in circolazione la quinta versione che adottò la ghiera di messa a fuoco in gomma. La prima matricola fu 673101. Nell’immagine seguente si osservi il confronto tra il 105mm f/2,5 AIS e la quarta versione del suo predecessore (introdotta nel 1972), il grintoso 105mm f/2,5 P-C (dove P sta per 5 lenti) Il vecchio modello è più imponente anche in virtù del paraluce non incorporato. Col passaggio alle ottiche AI, nel 1977, vede la luce la sesta versione (che ritorna al diaframma minimo f/22). Numero di matricola 740001. Infine - nel 1981 - esce la settima ed ultima versione AIS connotata dal paraluce integrato, e numero di serie da 890001. Nella foto seguente il 105mm f/2,5 AIS, con paraluce telescopico integrato. Angolo di campo 23°20, schema ottico 5 lenti in 4 gruppi, diaframma nìminimo f:22, messa a fuoco minima 1mt, passo filtri 52mm, 435gr di peso, dimensioni diam.64mm x 77,5mm. La Nikon produsse nel 1981 anche una versione del 105mm f/1,8 (mod  AIS) con passo filtri 62mm e 580gr di peso, destinato a riprese indoor a luce ambiente. Nel 1993 fu prodotta una versione AF DC (defocus) f/2 in due successivi modelli (il secondo di tipo D) destinata essenzialmente ai ritrattisti. Esiste poi la versione Micro (destinata alla macrofotografia), inizialmente f/4, oggi è in catalogo uno strepitoso Micro-Nikkor f/2,8G IF-ED AFS- VR (G identifica le ottiche prive della ghiera del diaframma che è quindi impostabile solo dalla macchina, IF la messa a fuoco interna, ED i vetri a bassa dispersione, VR la riduzione delle vibrazioni, AFS dotato di motore interno silenzioso) Storicamente il 105mm nasce come tele tuttofare, in un periodo dove gli zoom non erano né merce comune, né molto considerati. Abbinava il vantaggio di una risolvenza strepitosa (ancora oggi riscontrabile sulle moderne reflex digitali) ad una compattezza e leggerezza ineguagliate, il tutto ad un prezzo abbordabile. Un obiettivo che, insieme al Nikkor 50mm f/1,4 , non mancava mai nella borsa dei fotoreporter. La prima domanda che un profano potrebbe porsi è se ha senso avere in produzione due ottiche molto vicine come l’85mm (28°30 di copertura) ed il 105mm (23°20). Il fatto è che nel primo caso ’ottica di gran pregio è certamente la versione l’85mm f/1,4, assai costoso e destinato prevalentemente alla ritrattistica. In questa focale non va comunque sottovalutato l’eccellente 85mm 1,8 di cui vediamo una immagine messo a confronto con il 105mm f/2,5 Nell’immagine soprastante sono visibili a destra il più compatto e paffuto 85mm f/1,8 (l’esemplare appartiene alla  terza serie introdotta a partire dal 1975, 6 lenti in 4 gruppi, 420gr di peso, serie che inizia con il nr.410001), a sinistra il 105mm f/2,5 AIS di cui si tratta principalmente in queste righe. Due ottiche relativamente vicine per focale e luminosità in grado di soddisfare le esigenze dei professionisti per la loro qualità. Si potrebbe aggiungere che fu proprio la grande qualità dell’85mm f/1,8 a farne un obiettivo leggendario apprezzato da milioni di fans. Il 105mm è sempre stato considerato un ottimo (straordinario) compromesso, meraviglioso nei ritratti ma anche nell’impiego generale, col vantaggio di costare parecchio meno dell’85mm f/1,4. Apparentemente un obiettivo da maltrattare, un piccolo mulo a cui affidare qualsiasi compito, ma con cui si finiva con l’affezionarsi per i risultati eccellenti che garantiva. Tant’è che non esiste nikonista di “antico pelo” che non lo abbia nel cuore come una delle ottiche preferite. Nella immagine sotto si può osservare il diaframma chiuso ad f/22 nel gioco delle lamelle che lo compongono. Le prove sul campo - fatte con una moderna reflex digitale - dimostrano ampiamente come, ancora oggi, questo obiettivo sia in grado di competere magnificamente (ovviamente nella sua focale) con gli zoom più blasonati e costosi. Certo, non c’è l’autofocus e bisogna operare in modalità manuale o a priorità di diaframmi, ma i risultati testimoniano una risolvenza ed un contributo dello sfocato (bokeh) di tutto rispetto. Assolutamente migliori rispetto ad ottiche moderne di fascia economica. Non è il caso di scomodare mire ottiche o test da laboratorio. E’ sufficiente mettere sul cavalletto la fotocamera e scattare con vari diaframmi riprendendo la stessa scena sia col glorioso Nikkor 105mm f/2,5 AIS che con lo zoom di ultima generazione. Poi confrontare le immagini ingrandendole al massimo sullo schermo e guardando anche la risolvenza ai bordi. Ci si renderà conto del perché il 105mm f/2,5 abbia decretato la fama della Nikon come produttrice di ottiche di alta qualità. L’avvento dell’eccellente zoom 80-200 f/2,8 (oggi modernizzato nel 70-200 di pari luminosità) di fatto finì col decretare il calo di popolarità dei quest’ottica fissa. Nessuno oggi si sognerebbe di contestare la qualità e la versatilità degli zoom. Ma va anche detto che un obiettivo a focale fissa, oltre ad essere più leggero e compatto e relativamente più luminoso, obbliga il fotografo a lavorare più con la testa e...i piedi per ricercare la migliore inquadratura. Sembra una banalità, ma essere obbligati ad avanzare o retrocedere per riempire meglio il fotogramma ha i suoi vantaggi, se non altro in salute. Tuttavia, al di là del mero lato affettivo o delle considerazioni di ordine collezionistico o storico, non può tacersi il fatto che, provare qualche volta ad uscire solo con questo obiettivo nella borsa - come accadeva fino a non molti anni fa ai fotoreporter - ed usarla per delle riprese con quella pacatezza che solo l’ottica manuale riesce a trasmettere, può aprire orizzonti inaspettati. Peraltro oggi lo si può trovare tra i 150 ed i 200 euro e - con un anello adattatore - può essere usato anche sulla Canon (  test ) CONCLUSIONI: Il 105mm f/2,5 Nikkor ha fatto certamente da benchmark per molti decenni  nella sua categoria. Ma oggi come potrebbe essere usato? Premesso che nelle ottiche DX esso finisce col diventare un 150mm, lo consiglierei ( alla pari del Nikkor 50mm f/1,4 )  come ottica da tenere in borsa se si ha un corredo di zoom economici di media-bassa luminosità variabile (es: f/3,5-5,6). Se messi di fronte ad una possibile ripresa in condizioni di scarsa luce, magari un ritratto in ombra, o un dettaglio che ci interessa riprendere. bene, ecco che si può ricorrere a questa eccellente ottica e farla ritornare in vita. Ve ne sarà grata e vi ripagherà con delle immagini che probabilmente vi stupiranno per la loro immutata bellezza.  VAI AL TEST IMMAGINE 105mm f/2,5 AIS ©   S. Benvenga